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MADDALONI- De profundis: è morto il Pd. Dopo 75 anni di interrotto impegno politico la filiera Pci, Pds, Ds e ora Pd chiude i battenti. Per la prima volta dal dopoguerra, il principale partito di sinistra non si presenterà alle amministrative. A dare il ferale annuncio è il commissario Susanna Camusso. Nonostante l’appello al «senso di responsabilità dei militanti», ieri pomeriggio, dopo una maratona di 72 ore, è stata sciolta la riserva: non ci sono le condizioni per presentare una lista competitiva. In realtà, dopo febbrili consultazioni, la lista poteva essere presentata. Ma molto probabilmente non avrebbe accumulato consensi per conquistare almeno un consigliere comunale. Ormai il Pd, non solo a Maddaloni, non è più un partito ma un romanzo popolare: dal 2017, ci delizia con colpi di scena, risse, primarie rissose e congressi contesi. Esiste una incoercibile “pulsione di morte” ovvero la lotta sistematica a qualsivoglia forma di rinnovamento o progetto. Nel 2017, le primarie che individuarono Razzano candidato a sindaco si conclusero con una scissione poi abortita. Poi con una elezione persa al ballottaggio. Poi è stata la volta del congresso cittadino contestato. E ora, dopo il tesseramento sospeso, arriva l’azzeramento della lista e la fuga dei militanti. Di peggio non si poteva fare. E non è finita perché, dopo le amministrative, riprenderà la rissa per il controllo del circolo dopo l’ennesima scissione che c’è stata nelle ultime primarie tra i sostenitori di Bonaccini (oggi, schierati con Magliocca) e della Schlein confluiti in «Maddaloni Viva e  Democratica».

Redazione