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Le velleità del Pd, l’ipotesi del nuovo centrosinistra, l’atteggiamento ambiguo dei alleati “simpaticoni” di De Filippo che sognano di prenderne il posto. Ma tutto dipenderà dalla scelte del sindaco: se punta alla scalata al Parlamento o alla ricandidatura. Razzano a tutto campo: “Vorrei tranquillizzare qualche presunto aspirante: al momento non sono interessato a nessuna competizione elettorale in prima persona”

Si ripetono gli appelli, da oltre un anno, per rilanciare il “nuovo centrosinistra” a Maddaloni. Città di Idee, forza fondamentale dell’opposizione, è stato mai invitato ad un confronto?

Prima dei confronti e della coalizione bisognerebbe conoscere le disponibilità di chi ha la volontà di partecipare e occuparsi della vita pubblica della città. Fare l’amministratore è una scelta di vita: significa rinunciare a tante ore del proprio lavoro o sottrarre tempo ad affetti e familiari. Semplice dire vorrei candidarmi, poi sono pochi quelli disposti veramente a fare delle rinunce. Le coalizioni classiche non esistono più, bisogna prenderne atto. Prima i partiti indicavano il percorso per la costruzione di una piattaforma programmatica e politica che potesse creare le condizioni per una candidatura espressione di un insieme di forze, oggi sono i singoli che uniscono le forze per cercare di giocarsi una partita. Per qualcuno è diventato uno sport e la gara più ambita è la corsa alla consulenza. La politica è stata completamente azzerata e sostituita da comitati elettorali. Ritengo quindi che più di centrosinistra si dovrebbe parlare di chi è favore e chi è contrario a questa amministrazione. Il Sindaco De Filippo è sostenuto da soggetti singoli e forze politiche che alle scorse regionali hanno votato il Presidente De Luca e che, se ci fossero la politica e i partiti, dovrebbero posizionarsi nel vecchio classico schema di centrosinistra. Cosi non è e non sarà.

Il Pd giudica superata la stagione delle liste civiche. Concorda, pensa che sia una parentesi superata?

Chi pensa di essere autosufficiente commette un grande errore, già più volte ripetuto. Chi ha queste idee vive una realtà che non esiste. Solo con lo schema ampio si vince, poi se qualcuno è contento di partecipare, allora dove c’è gusto non c’è perdenza. In Provincia di Caserta alle ultime elezioni provinciali è nato un raggruppamento autonomo, che ha messo insieme movimenti di centro e civici, e che ha stravinto contro il Pd. Siamo seri.

Quale dovrebbe essere il perimetro della possibile coalizione chi sono gli interlocutori politici?


Ritengo che il perimetro possa essere aperto ed ampio con un unico comune denominatore: chi si rivede o meno nell’attuale amministrazione, altro è solo approssimazione. Sento di ipotetici candidati alternativi a De Filippo che si muovono dietro le quinte. Devo dirle che sono dei simpaticoni, la mattina si fanno fotografare in compagnia di De Filippo e la sera cercano di essere ricevuti dai consiglieri regionali per essere l’alternativa. L’unica novità che potrebbe rimescolare le carte è la decisione del Sindaco di candidarsi al Parlamento. Se dovesse essere vera questa ipotesi cambierebbe tutto, altrimenti le prossime elezioni comunali saranno un referendum sul pro o contro De Filippo.

Dopo quasi quattro anni di silenzio, ha senso organizzare una coalizione solo in vista delle amministrative?

Bisogna capire se la politica e i partiti ritorneranno a svolgere una funzione. Vede, voglio fare una premessa: quando sono stato candidato a Sindaco nel 2017, ho ricevuto tra il primo e il secondo turno più di 16mila preferenze contro le 13mila di chi ha vinto il ballottaggio. Sempre nella stessa elezione, la mia lista civica “Città di Idee” è risultata la terza lista più votata della tornata elettorale. Nelle successive elezioni del 2018, sempre “Città di Idee” è risultata sempre la terza lista della città, ma la prima forza di opposizione. A questo va aggiunto il dato di “Maddaloni Positiva”, lista che ho contribuito a realizzare insieme all’amico Pino Magliocca, ma evito perchè entreremmo troppo nel politichese. Alle ultime elezioni regionali sono stato il secondo più votato della città con più di 1400 preferenze, nonostante le grandi batterie schierate per i consiglieri uscenti. Prima di me solo l’amico Vincenzo Santangelo eletto consigliere regionale. Questi sono numeri e fatti concreti. Detto ciò, vorrei tranquillizzare qualche presunto aspirante: al momento non sono interessato a nessuna competizione elettorale in prima persona. Più che sui nomi, perché bisognerebbe capire qual è il criterio di selezione e soprattutto a chi spetta la scelta, a me farebbe piacere confrontarmi sui contenuti: ospedale, lavoro, cultura, pianificazione e sviluppo strategico, digitalizzazione, fondi Pnrr e bandi europei. I prossimi mesi saranno cruciali dove sono necessari coraggio, visione e determinazione.

Redazione