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Cancellati 20 anni di faticosi progressi salariali e nessuna stabilizzazione o concessione di dignità ai lavoratori. Il nuovo appalto per il portierato preso il comune di Maddaloni è un formidabile amplificatore di lavoro povero

MADDALONI- Al di sotto del salario minimo. Un taglio aggiuntivo allo stipendio già misero. Cancellati 20 anni di faticosi progressi salariali e nessuna stabilizzazione o concessione di dignità ai lavoratori. Il nuovo appalto per il portierato preso il comune di Maddaloni è un formidabile amplificatore di lavoro povero. Così, non poteva non scattare lo sciopero ad oltranza. Per i prossimi giorni il comune avrà porte aperte: varchi e uffici comunali, a cominciare da oggi, non saranno più custoditi. Non saranno garantiti gli accessi controllati, i servizi di distanziamento, controllo e sicurezza. E’ partito questa mattina, tra l’indifferenza collettiva e la distanza abissale dei consiglieri comunali (che si guardano l’ombelico nelle commissioni), lo sciopero a tempo indeterminato contro la «precarietà al ribasso, la perdita di retribuzione e contribuzione». E’ partito il presidio permanente presso il comune. E’ uno scontro duro di grandissima attualità. Mentre in tutto il Paese si discute di salario minimo, a Maddaloni, si va al di sotto. E mentre nel Paese ci si scontra e si raccolgono le firme per proposte di legge, a Maddaloni si consuma una scontro durissimo al ribasso. Oltre la difesa dei livelli occupazionali, è scattata una dura lotta «contro la riduzione della contribuzione e del reddito annuo lordo (Ral)». Per cominciare, si tratta di una sforbiciata di oltre il 20 per cento di stipendi medio-bassi che dimezza inoltre la possibilità di fornire ulteriori prestazioni rinunciando al miltiservice. Così è stato formalizzato, il taglio per uno stipendio che scende, al netto, al di sotto dei 500 euro. Tanto basterebbe per far scattare la mobilitazione e il confronto politico. E’ assordante il silenzio delle opposizioni che si richiamano alle forze che lottano per il salario minimo. Silenzio delle forze sindacali. Unica forza a stare sulla barricate è la Filcams-Cgil ancora alle prese con l’ennesima emergenza lavoro ledendo i più elementari principi contrattuali anche per i  servizi comunali esternalizzati. I problemi gestionali non possono essere scaricati, tutti con svizzera puntualità, sui lavoratori e trasformati strumentalmente in emergenza socio-economica.

Redazione