Il trionfo del disimpegno. La corsa al posizionamento. La fuga dai temi scottanti della campagna elettorale. Non si ragiona più ma ci si limita ai selphie. Zero comunicati, solo slogan
MADDALONI- Una pizza con il candidato. I bei tempi dei comizi affollati appartengono alla memoria. Che giorni quando piazze infuocate battagliavano e lanciavano messaggi o risposte al fulmicotone. Allora, un giovanissimo Andrea De Filippo, di scudocrociato vestito, lanciava strali contro i comunisti che si assiepavano sotto il palco. Come scrive il poeta “Come è bella giovinezza che si fugge tuttavia…”. Ora, De Filippo è un paffuto signore che, sebbene abbia conservato il vocione e soprattutto i modi burberi, si presenta sui social assiso in poltrona. Dalla battaglia sanguigna si è passati ai toni rilassanti. A Maddaloni, invece si è passati dalle piazze alle pizze. Pizza con De Filippo, Santangelo & C. Una piazza con Pino Magliocca, Razzano & C. Tutti in pizzeria: Magliocca ha scelto un locale storico per il debutto. Crimaldi segue a ruota: in pizzeria con lo stato maggiore di Fratelli d’Italia. Tenuti nei ristoranti i principali ritrovi. E’ un segno dei tempi. Si è passati dalla politica militante alla politica dell’appartenenza. Dalla lotta al posizionamento. Ma poi, tra una patatina e un bicchiere di birra, di cosa si può discutere? Al massimo dello scudetto del Napoli. Così, i democristiani e i comunisti dei tempi che furono non si scontrano in piazza ma si incontrano a tavola. L’ex giovane democristiano De Filippo va in pizzeria con l’ex giovane comunista Carlo D’Angelo. Come è bella giovinezza che si fugge tuttavia, chi vuol essere lieto sia del doman non c’è certezza. Così dopo l’era dello scudocrociato è arrivato il tempo del piatto con la quattro stagioni. I comunisti non mangiano più i bambini e la falce e martello è stata sostituita dai wurstel e patatine. Prosit.