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NAPOLI- (di Elio Bove) Sentenze discordanti, tempi di attesa a secondo del ricorrente. Pochi mesi se sei il marito di un dirigente scolastico o con il suocero in pensione in servizio al Provveditorato agli Studi di Caserta. E’ chiaro che in questo caso il parere è positivo. Negativo invece per chi cerca giustizia, senza però avere santi in paradiso e fiducioso di un responso positivo. Anche se la materia da trattare è la stessa: il riconoscimento del pre-ruolo svolto in una scuola paritaria, che ti fa aumentare lo stipendio, con una diversa ricostruzione di carriera e inquadramento, che ti porta a lavorare a casa tua, addirittura un anno prima del previsto. Ti consolida inoltre nelle graduatorie d’istituto, al riparo da eventuali posizioni di sovrannumero, che ti costringe a cambiare scuola e trovarne un’altra lontano da casa tua, se si sono create le condizioni per avvicinarti, magari con una 104 e con chissà quale algoritmo. Insomma un privilegio per i più fortunati della sentenza? Succede anche questo nella scuola, certamente non per colpa di chi è costretto a mettere mano al portafoglio, per farsi riconoscere un diritto, che non è per tutti. E’ per pochi intimi, per quei candidati alla dirigenza scolastica (in questo caso il servizio prestato dalla scuola paritaria vale) e per tutti quelli che si trasferiscono con sentenza favorevole del giudice del lavoro (in questo caso gli anni nel paritario non valgono). Pertanto c’è chi si mette in regola con arretrati e altri emolumenti e chi tenta nuovamente con  la fortuna, avvalendosi di un appello o magari del Tar che ha già fatto passare con successo altri ricorsi. Passano ad un incasso che non è per tutti i ricorrenti solo coloro che magari sono iscritti al sindacato giusto. Succede veramente di tutto, se si percorre la strada del Provveditorato agli Studi di Caserta e i Tribunali, che giudicano a secondo del momento e delle congiunzioni astrali se sono favorevoli o contrari. Succede in Italia, succede nella scuola, succede nei sindacati, succede quando si va a chiedere giustizia. Alla fine, chi esce vincitore, mette in banca un bel gruzzolo di arretrati e avanzamenti di carriera e forse anche il bacio accademico di amici e parenti, che invitano a non guardare chi ha subito un’ingiustizia. Un’ingiustizia, che si abbina eventualmente ad un ulteriore esborso di denaro per le spese legali. Insomma il servizio nella scuola paritaria è uguale per tutti, quando si lavora in queste scuole inserite a pieno titolo nel Sistema scolastico nazionale, mentre cambia se si va in tribunale, perché c’è chi raggiunge l’obiettivo e chi no. E’ ora di mettere fine a questo sconcio e di fermare tutto il commercio lucroso che si è generato intorno a questo equivoco, che mai nessun sindacato ha cercato di sanare, se non attraverso l’intervento dell’avvocato consigliato, bravo e istruito a dovere. E’ ora di informare il Capo della Procura ed il Provveditore agli Studi di Caserta. La scuola dovrebbe infondere modelli di riferimenti e non modelli di giustizia e ingiustizia allo stesso tempo

Redazione