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Garcia prende alla lettera il detto irlandese “if it is not broken, why fix it” e schiera lo stesso undici titolare vittorioso a Verona, mettendo in pratica la famosa lezione del Maestro Vujadin Boskov (“squadra che vince non si cambia”). Il suo collega svizzero Fischer, invece, decide di cambiare tre uomini rispetto alla debacle interna contro lo Stoccarda costata l’ottava sconfitta di fila per la squadra tedesca. Nella Berlino di Bonetti “un pò triste e molto grande” osserva, però, ancora mestamente dalla panchina il libero (di nome e di fatto) Bonucci, emigrato in Germania con aspettative diverse.

Il tifo dei tedeschi spot per il calcio

Partenza arrembante dei tedeschi grazie anche all’incitamento senza sosta dei loro supporters, spot per il calcio e lezione per i sostenitori del “tifo in base al risultato”. Primo tempo scevro di emozioni a parte un paio di occasioni dei tedeschi che trovano la rete al 24′, annullata prontamente per un fuorigioco di Fofana, e la sfiorano al 39′ con un tiro di poco a lato di Khedira.

Primo tempo privo di emozioni

La ripresa inizia con la giusta sostituzione di Cajuste, peggiore in campo a differenza di Verona, in favore di Elmas che va a rinforzare la collaudata catena di sinistra Rui/Kvara dalla quale scaturisce l’azione del gol al 65′. Il neo sposo Kvara salta gli avversari come birilli e fornisce di esterno destro una deliziosa bomboniera che Raspadori spedisce di sinistro in rete, con un tiro secco e potente sul primo palo.

Al 65′ arriva il gol vittoria di Raspadori

I tedeschi cercano di rispondere al gol subito riversandosi nella metacampo avversaria ma lo fanno in modo confusionario e con poche idee. Ciò nonostante vanno vicino al pareggio al 80′ con un colpo di testa di Becker che sfiora il palo. La girandola di cambi da una parte e dall’altra non sposta gli equilibri del match fino al fischio finale che consente agli azzurri, grazie alla vittoria del Real Madrid in terra lusitana, di posizionarsi da soli al secondo posto in classifica forti delle due vittorie esterne contro le pretendenti all’altro posto disponibile per la qualificazione agli ottavi, dando per scontato il primo riservato alle “Merengues”.

8 vittorie e 2 sconfitte nelle ultime 10 partite di Champions per gli azzurri

Il Napoli mostra segnali di crescita anche se ha preferito badare più al sodo che all’estetica, l’emblema è l’ingresso di Ostigaard nel finale, al posto di Kvara, che si è mostrato molto utile come libero davanti alla difesa facendo da frangifrutti agli attacchi caotici avversari. Da segnalare ancora un’ottima prestazione di Natan che sta rispondendo con i fatti ai pregiudizi ferragostani affrettati del solito partito del “ma chi è questo…”. Archiviata la parentesi europea gli uomini di Garcia sono già proiettati al big match di domenica sera contro il Milan al “Maradona” che darà indicazioni sulle ambizioni stagionali dei campioni d’Italia in carica.

foto @sscnapoli

IL TABELLINO
UNION BERLINO-NAPOLI 0-1
Union Berlino (3-5-2): 
Ronnow 6; Doekhi 5,5 (35′ st Tousart s.v.), Diogo Leite 6, Knoche 5,5; Trimmel 6, Haberer 5 (35′ st Volland s.v.), Khedira 6 (25′ st Kral 6), Aaronson 5,5 (25′ st Laidouni 5,5), Gosens 5; Becker 5,5, Fofana 6,5 (25′ st Behrens 6).
A disp.: Schwolow, Stein, Jaeckel, Bonucci, Dehl. All.: Fischer 5
Napoli (4-3-3): Meret 6; Di Lorenzo 5,5, Rrahmani 6,5, Natan 7, Mario Rui 6.5 (21′ st Olivera 6); Cajuste 5 (1′ st Elmas 6), Lobotka 5,5, Zielinski 6; Politano 6 (37′ st Lindstrom s.v.), Raspadori 7 (21′ st Simeone 6), Kvaratskhelia 7 (43′ st Ostigard 6.5).
A disp.: Contini, Gollini, Zerbin, D’Avino, Zanoli, Gaetano. All.: Garcia 6,5
Arbitro: Peljto 
Marcatori: 20′ Raspadori (N)
Ammoniti: Trimmel, Gosens, Haberer (U); Rrahmani (N)

Nello Ferraro