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Nella mattinata odierna, in provincia di Napoli [ Somma Vesuviana, Cercola, Sant’Antimo e quartiere Ponticelli di Napoli ] i Carabinieri della Compagnia di Osimo, con la collaborazione dei reparti dell’Arma competenti per territorio, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di sette persone di origine partenopea, emessa dal GIP del tribunale di Ancona, poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, di 22 furti pluriaggravati in danno di uffici comunali, esercizi commerciali e agenzie di servizi, in concorso, (di cui 5 tentati) commessi nelle province di Ancona [Sirolo e Senigallia], Pesaro-Urbino [Mondolfo], L’Aquila [Pescina], Avellino [Montella], Benevento [Limatola], Arezzo [Sansepolcro], Bari [Bitetto], Caserta [Caiazzo,Trentola-Ducenta], Salerno e Napoli [12 furti in totale], nonché per quattro indagati anche del reato di ricettazione.
L’inchiesta, condotta dalla Stazione Carabinieri di Numana e durata sei mesi, ha permesso di far emergere un fenomeno criminale registrato nel Centro e Sud del territorio nazionale, consistito nella realizzazione in un arco temporale assai ristretto di una serie di furti in danno di uffici comunali, esercizi commerciali e agenzie di servizi, da parte di un gruppo di soggetti, gli odierni arrestati più altri 5 indagati in stato di libertà, tutti radicati nella provincia partenopea, accomunati da analoghe se non identiche modalità realizzative.
 
Le indagini hanno avuto inizio a seguito del furto perpetrato all’interno del Comune di Sirolo, nella notte del 20 agosto 2019, durante il quale i malviventi, dopo aver forzato tre casseforti e varie scrivanie, asportavano equipaggiamenti in dotazione alla polizia municipale. Il modus operandi messo in atto durante il menzionato evento delittuoso poneva l’attenzione dell’Arma numanese su un gruppo di malviventi che prediligeva tale fenomenologia criminale. Difatti, nel periodo successivo all’accadimento verificatosi in Riviera del Conero, gli uffici comunali di cittadine del Centro-Sud Italia, nonché esercizi commerciali, agenzie assicurative e di servizi, venivano depredati di carte d’identità, denaro, strumenti e altri generi di beni, non prima di aver neutralizzato con estrema scaltrezza e professionalità i sistemi di allarme e di videosorveglianza, ovvero attuando l’effrazione di porte anche blindate, finestre e serrande.
La serialità delle condotte delittuose [sottratte circa 1.200 carte d’identità e beni per un valore complessivo di 50mila euro], la meticolosità dei preparativi riguardante la composizione degli esecutori, gli stratagemmi e le precauzioni adottate per non destare sospetti di terzi, hanno evidenziato un preciso programma criminoso teso a realizzare illeciti profitti evidentemente necessari ai singoli componenti del gruppo per la loro sopravvivenza, e non solo, attesi il loro stato di nullafacenza ed al contempo il possesso di beni voluttuari.
Quattro degli indagati sono stati perseguiti anche per il reato di ricettazione, perché trovati in possesso di beni asportati dall’interno del negozio di Pomigliano d’Arco, durante la notte del 15 febbraio u.s., non avendo preso parte al delitto.

Fonte: carabinieri – sala stampa

Redazione On Line