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Ventinove anni, ex studente del Villaggio di Maddaloni, laureato in Scienze della Comunicazione, studente all’Accademia della Fotografia. Tre anni in viaggio tra la Campania e la Sicilia per fotografare tradizioni millenarie

Ama definirsi “Fotografo del Popolo” perchè quando si trova in mezzo alla gente comune, la sua macchina riesce ad estrarre il meglio delle emozioni e di una verità non “posata“. La macchina fotografica come estensione della sua persona, dalla quale non si separa mai, perchè ogni momento quotidiano può rappresentare una scintilla d’arte. Pasquale Carangelo, 29 anni, maddalonese doc, fotografo già stimatissimo a livello nazionale, presenta, in questo periodo, la sua prima opera editoriale, “Sacro Sud“. Un autentico viaggio tra le tradizioni religiose che riempiono le piazze e le strade dell’Italia meridionale.

La copertina di Sacro Sud

Ex allievo dell’Istituto Tecnico Industriale al “Villaggio dei Ragazzi”, la laurea in Scienze della Comunicazione, l’Accademia della Fotografia che sta ultimando cercando di conciliare i tanti impegni di lavoro. Pasquale è uno che ce la fatta, al di là di cosa gli riserverà il suo percorso professionale. Ha trasformato la sua passione più grande in un lavoro ed ora si gode il nome a caratteri cubitali sul libro edito da Psicografici Editore, casa editrice che crede tantissimo nei giovani.

Sacro Sud” è uno spaccato emozionale e storico irealizzato n due regioni simbolo dell’Italia Meridionale. La Campania e la Sicilia, viste attraverso i riti sacri più radicati e sentiti che spesso si trasformano in una sorta di fanatismo religioso. Tre anni in viaggio, sacrificando ferie ed affetti personali, documentandosi su ogni singola tradizione, con la macchina fotografica sempre al collo, nel freddo gelido di febbraio, sotto il sole cocente di agosto nei giorni dell’Assunta. Il “Sacro Sud” di Pasquale Carangelo, attraverso la potenza della fotografia, coglie l’energia palpabile di una processione, la serenità di un momento di preghiera, l’emozione di un rito millenario.

Pasquale ama definirsi un “fotografo del popolo”, preferendo sempre i reportage di vita quotidiana e di gente semplice. Nel suo primo libro quasi sessanta scatti realizzati nel mezzo degli eventi

Quasi sessanta scatti tra la Festa di Sant’Agata di Catania, l’evento popolare più grande del mondo, e i tanto attesi riti del Venerdì Santo in Campania, senza dimenticare le feste patronali e quelle del “Giglio“, tutti momenti profondamente sentiti da quel popolo che Pasquale ama raccontare attraverso l’irrinunciabile bianco e nero dei suoi scatti. “Un’esperienza che mi ha regalato emozioni che ancora mi fanno battere il cuore. Quando ho iniziato a pensare a Sacro Sud” – racconta Pasquale Carangelo a Giornale News – mi sono dato una regola infrangibile: dovevo stare in mezzo alla gente, vivere i riti nel fulcro della loro azione. Ho detto addio ai teleobiettivi e sono diventato parte integrante di questi eventi che trasudano di storia“.

Una delle foto contenute nel libro
  • Cosa ti ha colpito maggiormente di questo viaggio lungo tre anni?

La fede che diventa fanatismo. Un’esperienza che bisogna vivere attraverso i proprio occhi per comprenderla. Il massimo si raggiunge a Catania, alla festa di Sant’Agata, con la Santa che cammina nel paese per tre giorni consecutivi sempre mai rientrare in Chiesa. La Santa diventa del popolo per tre giorni. Per i catanesi è il momento più importante e sentito dell’anno. A questo rito aggiungo tutti i Venerdì Santo, di ogni luogo visitato. Sono processioni che rappresentano il clou del fanatismo religioso“.

  • Quale il messaggio principale del tuo primo libro?

E’ un messaggio rivolto ai giovani, alle nuove generazioni. E’ un invito a continuare a portare avanti le tradizioni dei loro genitori e dei loro nonni, ad affezionarsi a questi momenti che documentano l’importanza che ha la religione nella vita quotidiana. La presenza dei giovani rende questi eventi ancora più straordinari

Pasquale Carangelo
  • Non ti discosti mai dal bianco e nero. Perchè?

La fotografia è nata in bianco in nero e per me non esiste niente di meglio per tirare fuori l’anima di quello che stai fotografando“.

  • Quanto nasce questa tua passione per la fotografia?

Verso i dodici anni scatta questa relazione amorosa con la macchina fotografica. Ho bruciato decine di rullini ma era l’unico modo, all’epoca per esercitarmi. Diciamo che sono appassionato di arte in generale ma, la fotografia ma ha rapito più di ogni altra cosa

  • Cosa si vede attraverso l’obiettivo che non si nota ad occhio nudo?

Essenza, anima e verità. Il mirino della macchina fotografica riesce a far venire fuori cose inedite ed inesplorate“.

  • Cosa rappresenta “Sacro Sud”

Un viaggio indimenticabile in due Regioni legatissime e gemellatissime tra loro. Campania e Sicilia, oltre a rappresentare il fulcro del Meridione, non riescono a fare a meno l’una dell’altra. In Campania c’è un forte legame con la sacralità isolana e con i Santi che la rappresentano. In Sicilia si ascolta solo musica napoletana e guai a parlare male degli artisti partenopei. Musica napoletana che , molte volte, accompagna anche le Processioni. Questo libro mi ha fatto entrare nelle viscere più vere dei territori. ConSacro Sudcerco, umilmente attraverso le foto, di raccontare la grande bellezza della sacralità“.

Una delle foto contenute nel libro
  • Cosa ha aggiunto alla tua persona questa esperienza?

Sicuramente mi ha portato tanta felicità ed ha aumentato di molto la mia autostima. Prima cheSacro Suddiventasse un libro, ho avuto tante porte chiuse in faccia e tante delusioni. Non nascondo che stavo per mollare tutto, poi all’improvviso è arrivata la scintilla decisiva, prima con una mia Mostra fotografica a Matera, poi con questo progetto per il quale non posso che ringraziare tutta la fiducia che mi è stata data dall’editore“.

La Festa di Sant’Agata a Catania, l’evento più coinvolgente, il Rito della Penitenza di Guarda Sanframondi quello più toccante ed esagerato. “La religione può sfociare nel fanatismo”
  • Il tuo aneddoto più forte durante la realizzazione del libro

Senza dubbio il Rito di Penitenza che si svolge ogni sette anni a Guardia Sanframondi nel Beneventano nella settimana di Ferragosto. Un’antica tradizione religiosa a metà tra folclore popolare e profonda spiritualità. Vi prendono parte uomini e donne vestiti con un saio bianco e con il capo coperto da un cappuccio, i quali si feriscono invocando la pace e la serenità perdute. I Flagellanti, che si battono con una disciplina di ferro a tre corde, e i Battenti, che si percuotono il petto con una spugna di sughero. Le ferite sono disinfettate rigorosamente con il vino che si mischia con il sangue, mettendo a dura prova l’olfatto. Una manifestazione d’altri tempi, fatta di urla disperate, commozione e sofferenza. Un rito che lascia il segno e che personalmente ritengo anche un tantino esagerato. La Chiesa, forse, dagli esseri umani vorrebbe altre cose“.

L’evento popolare tra i più famosi al Mondo: la festa di Sant’Agata a Catania
  • Un’ultima battuta: ti manca di realizzare qualcosa di speciale per Maddaloni, la tua città

Fino a questo momento non c’è stata l’occasione ma la mia città è ricca di tradizioni e di bellissimi aspetti artistici da fotografare. La stessa processione del venerdì Santo è una tradizione molto sentita dal popolo e bisognerebbe radicarla il più possibile anche alle nuove generazioni. Spero tanto che nel 2024 si possa concretizzare qualcosa“.

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Vincenzo Lombardi