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L’appuntamento è per sabato prossimo presso l’ex macello. Il Pd di Maddaloni prova ad “accorciare la distanza tra la politica e i cittadini”. Il primo appuntamento, a microfoni aperti a tutti, è su “Vivibilità e Salute”. Per saperne di più abbiamo posto delle domande al segretario cittadino Alfonso Formato.

Il continuo invito al confronto, prima rivolto a quanti si richiamano al centrosinistra e poi alle associazioni, è un tentativo di uscire dall’isolamento?

È molto di più. Viviamo una fase politica molto complessa, in cui al Partito Democratico spetta il compito di ricostruire un campo ampio, che sia alternativo alla forze che governano il Paese, ed anche a quelle che governano Maddaloni. Voglio un partito umile, ed anche per questo ho condiviso la relazione del segretario Zingaretti in occasione della prima assemblea nazionale: basta parlare di sigle e slogan, al centro del nostro progetto ci sono, e devono tornare ad essere, loro: i nostri alleati.

Accorciare le distanze, tra la politica e cittadini, non dovrebbe essere preceduto da un momento di onesta autocritica per gli errori commessi?

La fase dell’autocritica è finita. Negli ultimi anni abbiamo sbagliato tutto, lasciando che i cittadini si allontanassero da noi. Ognuno dei protagonisti degli ultimi anni ha la propria quota di responsabilità, ed io riconosco la mia. Ora però bisogna ripartire, perché abbiamo contribuito a consegnare la città ad una maggioranza inadeguata ed i continuità con gli ultimi tremendi governi cittadini. Ora è il momento della costruzione del l’alternativa. In questo senso, è un ottimo segnale anche la ritrovata unità della minoranza nell’ultimo consiglio comunale. Per me bisogna ripartire anche da lì.

I concetti di “buon governo e di partecipazione” non si prestano a confusioni di ruolo con chi oggi è al governo della città?

Credo di no. La politica maddalonese negli ultimi anni ha fallito sotto molteplici aspetti, deludendo i cittadini e provocando un distacco ed un disinteresse tremendo nei confronti della gestione della cosa pubblica. La città è addormentata, quasi assuefatta, e quando ciò accade ad essere a rischio è la tenuta del sistema democratico. È un problema di tutti, non solo del PD. Noi abbiamo scelto di dare il nostro contributo spalancando le porte ai maddalonesi. È così che indendiamo svolgere il nostro ruolo: non siamo opposizione, ma minoranza. A dividerci è una visione diversa della società e del governo della città.

In meno di un anno, da forza di maggioranza relativa siete diventati opposizione minoritaria. Non sarebbe necessario un recupero delle risorse (umane e politiche) disperse?

Assolutamente sì. L’obiettivo è quello di serrare i ranghi con tutti quelli che intendono intraprendere un percorso di cittadinanza attiva. Dobbiamo stringere un’alleanza fondata unicamente sui temi e sulle soluzioni ai tanti problemi dei maddalonesi, mettendo al bando ogni forma di personalismo. Riporremo in questo percorso tutte le nostre energie.

Il 6 aprile si parlerà di salute e vivibilità. Il Pd ha referenti istituzionali di primo piano (sanità, rifiuti, ambiente). Cosa potete fare? E avete fatto tutto quello che è nelle vostre potenzialità?

Abbiamo invitato a partecipare all’assemblea anche i nostri istituzionali, perché il confronto è utile solo se franco e diretto. Non ci saranno “relatori”. Saremo intransigenti sulle scelte sovra comunali che riguardano la nostra città. L’obiettivo è anche quello di far emergere come le scelte amministrative locali in ordine alla vivibilità ricadano anche sulla tutela della salute dei maddalonesi. Penso al piano traffico, alla tutela del verde pubblico e privato, alla individuazione di sistemi di trasporto alternativi a quelli si gomma. Sono temi, purtroppo, sui quali continuiamo ad essere all’anno zero.

Redazione