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MADDALONI- Sulla scopa della befana vola un plotone di avvocati. È’ l’ora del contenzioso collettivo contro il Ministero dell’Economia e Finanza (Mef) e anche contro il Comune. E’ scaduto invano il termine perentorio del 5 gennaio fissato dalla Rsu aziendale per ottenere una moratoria. “Non ti pago”: è questa la voce unanime dei 134 dipendenti in servizio e di una ventina di pensionati tutt’altro che intenzionati a restituire  oltre 60 mila pari a 420 euro pro capite. Risarcimenti da onorare entro il 31 dicembre. E per tutti, pensionati compresi, non oltre il 15 gennaio per il recupero delle «indennità indebitamente versate». E’ battaglia sulle indennità per i rischi per l’utilizzo dei videoterminali. In sintesi, i dipendenti contestano in toto il provvedimento di messa in mora e ne hanno chiesto il blocco. Cinque i capisaldi su cui fondano le loro buone ragioni: primo, non sarebbero i dipendenti a dover risarcire il Mef ma i revisori dei conti, la segretaria comunale e i funzionari che hanno autorizzato l’erogazione di indennità; secondo, i dipendenti si ritengono parte lesa perché esclusi dai benefici della sanatoria del 2011 (contenuta nel Decreto Salva Roma) negata perché il Comune di Maddaloni non ha rispettato il patto di stabilità nel triennio 2011-2013; terzo, esisterebbero i presupposti (sulla scorta di alcune sentenze) di una prescrizione quinquennale; quarto, sono state errate o lacunose le controdeduzioni del Comune fatte al Mef; quinto, le cifre eventualmente da restituire sono sovradimensionate e vanno considerate al netto della tassazione già applicata.

Redazione