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MADDALONI- Sarà un anno decisivo per Cementir Italia. E ovviamente per lo stabilimento di Maddaloni che resta l’impianto più grande dell’ex holding. Mercoledì 3, salvo sorprese, ci dovrebbe essere il passaggio di consegne con Italcementi che ne rileva la proprietà con tutte le collegate attività nel settore del cemento e del calcestruzzo (incluse le società interamente controllate Cementir-Sacci e Betontir). L’intesa di 315 milioni di euro è arrivata all’epilogo: saranno conferite a Italcementi 5 cementerie a ciclo completo (compresa qi Maddaloni n.d.r.) e 2 centri di macinazione del cemento, per una capacità produttiva installata di 5,5 milioni di tonnellate di cemento, insieme al network dei terminal e degli impianti di calcestruzzo attivi sul territorio nazionale. Questi asset andranno ad aggiungersi alla struttura industriale Italcementi oggi formata da 6 cementerie a ciclo completo, un impianto per prodotti speciali, 8 centri di macinazione del cemento, 113 impianti di calcestruzzo e 13 cave per inerti. Nasce un colosso controllato direttamente dal gigante tedesco Heidelberg. Fin qui si compiranno le transazioni finanziarie e si aprono nuovi scenari. Il primo è fissato dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: il nuovo grande gruppo, che conserverà i singoli marchi della holding, dovrà cedere (per eccesso di posizione dominante in lacune aree del paese) tre impianti. Si tratta dei silos di Reggio Calabria, delle cementificio dell’Aquila (dotata di una cava con 15 anni di attività estrattiva autorizzata) e Maddaloni (attività autorizzata estrattiva di 18 mesi).
Premesso che, fatto il passaggio di consegne, ci sarà l’allineamento del management alle strategie del nuovo gruppo, si azzardano ipotesi sulle scelte aziendali.
Sono ipotesi costruite su premesse ipotetiche, e pertanto opinabili che possibilmente saranno smentite dai fatti. E’ molto probabile la cessione dei silos di Reggio Calabria. Resta il dilemma sui destini incrociati di L’Aquila e Maddaloni. Potrebbe essere probabile, e il condizionale è assolutamente d’obbligo, che nel riassetto aziendale lo stabilimento di Maddaloni sia quello meno strategico e quindi destinato all’alienazione. In questo caso, si aprirebbe un ulteriore scenario: la cessione della struttura produttiva ad un terzo partner che punta su asset produttivi su scala regionale con un mercato prevalente nel centro sud. In questo caso, si profilerebbe uno scambio alla pari: la colosso Heidelberg-Italcementi andrebbe il mercato nazionale e internazionale e al partener locale quello del centro sud. Ma con troppi se e troppi ma non si vive e non si fa cronaca. C’è solo una certezza: è arrivato il passaggio di consegne tra il gruppo Caltagiroene e Italcementi.
 

bocchetti