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Uomini di ogni età che, a qualsiasi ora del giorno e della notte, cercavano sesso orientale a pagamento; questi clienti a caccia di lucciole esotiche non passavano inosservati agli abitanti della zona, soprattutto quando, nella ricerca delle “case chiuse”, sbagliavano citofono, provocando notevole disturbo e imbarazzo. Proprio le lamentele dei cittadini residenti nella zona degli impianti sportivi, in località Bernino, a Poggibonsi, hanno fatto scattare le indagini  del comando della Polizia municipale del comune che si trova in provincia di Siena. L’attività investigativa, durata oltre un anno e svolta in collaborazione con gli agenti della Squadra mobile di Siena e del commissariato di Poggibonsi, ha portato all’arresto di due persone, una donna di 37 anni e un uomo di 45, entrambi cittadini cinesi, con l’accusa di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento della permanenza in clandestinità, falso materiale e sostituzione di persona. Nelle fasi conclusive dell’operazione sono stati perquisiti e sequestrati nove appartamenti. L’indagine ha permesso anche di individuare alcune prostitute provviste del permesso di soggiorno, per le quali sono attualmente in corso le procedure per l’espulsione dal territorio nazionale. I due arrestati gestivano l’attività delle prostitute cinesi in tutta la Toscana: la sede principale della fiorente attività era quella di Poggibonsi, poi c’erano le “succursali” di Siena, Arezzo, Lastra a Signa (Firenze), Poggio a Caiano (Prato) e le due di Empoli. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, supportate dalle immagini registrate da telecamere nascoste, è risultato che era la donna a comandare; nonostante agisse sotto falso nome, proprio lei alla fine è risultata essere l’intestataria dei contratti di affitto degli appartamenti e dei conti correnti, che a volte erano intestati a prestanome a lei riconducibili.
Fonte: Sala Stampa Polizia di Stato

Redazione On Line