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L’Ordine regionale dei Geologi fa a pezzi il Piano urbano comunale (Puc). Il Puc, quello che gli ultimi tre sindaci non sono stati in grado né di approvare e né di redigere, ha evitato tre commissariamenti: due per scadenza dei termini ultimi di presentazione e uno per mancato aggiornamento delle linee guida. Eppure, è andato a sbattere alla prima gara disputata per l’assegnazione delle prospezioni geologiche-geognostiche. Infatti, è stato vivisezionato dall’Ordine dei Geologi della Campania che ha aperto una crisi amministrativa senza precedenti. Come senza precedenti è il silenzio dei partiti politici tutti, dei nuovi sedicenti movimenti e associazioni che ne hanno preso il posto. Tacciono, con le dovute eccezioni, anche gli aspiranti candidati a sindaco sia alle elezioni primarie che quelle secondarie ovvero le amministrative di primavera 2017. Dentro a questo silenzio c’è tutto: disinformazione, imbarazzo, conflitto di interessi, compiacenza e anche la speranza o la strategia di trasformare gli studi professionali (dove da sempre si discute del Puc tra gli addetti ai lavori) in centri di propulsione di consensi per le prossime amministrative. Ma veniamo ai fatti: chiesto l’intervento e il parere di Cantone sull’attuale gestione del Piano urbanistico comunale (Puc), in fase di gestazione da ben 10 anni. All’ Autorità nazionale anticorruzione (Anac), l’Ordine dei Geologi della Campania ha chiesto di esprimere valutazioni tecniche-giuridiche sull’aggiudicazione dell’appalto relativo allo  «Studio geologico–tecnico per la redazione del Piano Urbanistico Comunale». Nella nota (che pubblicheremo nei prossimi giorni) a tutela degli iscritti, i geologi hanno chiesto verifiche plurime: primo, parlano di «illegittimità perpetrate dal Comune di Maddaloni; secondo, di affidamento di prestazioni professionali a soggetti privi dei dovuti requisiti di legge; terzo, di lesione dei principi della libera concorrenza tra professionisti ed imprese. E per questi motivi, e non solo, hanno chiesto nell’ordine l’intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, il pronunciamento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. E poi c’è il capitolo spinoso dell’applicazione delle norme in materia di lavori pubblici. Chiamati ad intervenire, secondo competenze, sul caso: il  Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, la Direzione Generale per lo Sviluppo del Territorio nonché la divisione Programmazione ed i Progetti Internazionali e Direzione Generale per la Regolazione e i Contratti Pubblici presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. E, per non farsi mancare nulla essendo l’urbanistica materia di competenza regionale, è stato chiesto un intervebnto di controllo della della Regione Campania. E’ finita? No, è solo l’inizio perché i geologi, che già aveva richiamato  il Comune di Maddaloni per omesso recepimento delle «leggi vincolanti in materia di microzonazione sismica (Opcm 3274 del marzo 2003)» e dei nuovi dettami riguardanti le «nuove norme tecniche per le costruzioni (Dm 14 gennaio 2008)», accusano il Comune di aver risposto con il burocratese di cortissimo respiro all’offerta di dialogo e collaborazione. L’ente locale avrebbe giocato d’astuzia. Invocando «motivi di urgenza legati ai tempi imposti per l’approvazione del Puc e per economicità dell’azione amministrativa», ha ritenuto di indire procedure semplificate. Tanto urgenti e semplificate da bypassare vincoli di legge ma soprattutto, calendario alla mano, gestire in urgenza un appalto aggiudicato sette mesi dopo. E poi ci sono i soldi e i numeri. E qui non c’è bisogno di essere dei tecnici: l’ente locale ha affidato studi geologici fondamentali per la caratterizzazione del territorio per un importo di poco superiore ai 22 mila euro. Irrisorio secondo i professionisti, sulla scorta delle parcelle professionali nazionali e europee relative a indagini complesse da eseguire su un’area di circa 35 chilometri quadrati. Insomma, i conti non tornerebbero. Si attendo le risposte da tutti gli enti investiti dalla querelle. Ancora un altro progetto di importanza strategica per il territorio impantanato nelle sacche della burocrazia comunale: il Puc come i Pua per le aree produttive; la bretella di raddoppio dell’ex 265 come la messa in sicurezza delle fumarole dell’ex cava Monti. La lista è lunghissima. E non abbiamo spazio. Ma abbiamo una certezza: nessuno (salvo eccezioni) redigerà note scopiazzate, commenti pseudofilosofici, post polemici. E’ facile masturbarsi mentalmente parlando di Fidel. E’ scomodo districarsi nella palude nella quale scquazziamo quotidianamente. Quindi chi non si scappa nel privato, scappa nel virtuale fingendosi costituzionalista, politologo, sociologo per dimenticare il presente, il passato recente e pure quello remoto.

bocchetti