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MADDALONI- Molto rumore per nulla. La bozza, molto ipotetica del nuovo Piano urbano comunale (Puc), rischia di essere poco più che carta straccia. Non è solo una questione di dettagli vincolanti di formalità: presentata il 27 settembre 2016, ben un mese e mezzo dopo la legge regionale 22 del 2016 (8 agosto 2016) ce all’art. 16 sospendeva per i comuni commissariati le procedure e i termini di redazione degli strumenti urbanistici (fino ad insediamento del nuovo Consiglio Comunale), potrebbe essere impugnata in ogni sua parte. Il tutto al netto del peccato originale: ipotesi di Puc redatta in assenza di relazione geologica generale e di aerofotogrammetria. Altro dettaglio che farebbe scatenare una valanga di contestazioni. Andando a spulciare le linee strategiche, elaborate dall’ultimo Consiglio Comunale in carica, e la bozza prodotta ci sarebbero delle incongruenze secondo i protagonisti di quella stagione politica e redattori delle linee guida. Messe in riga tutte queste obiezioni, che circolano tra gli addetti ai lavori e chi legge (una sparita minoranza) ancora le carte, emerge chiaro l’orientamento di voler ritornare a quelle linee guida non raccolte dal redattore. Linee guida che inevitabilmente andranno adottate, emendate e riscritte. Al di là del chiacchiericcio da marciapiede e le anteprime, a rischio speculazione, sembra alquanto evidente che ancora non esiste un ridisegno globale della città coerente con le norme e corredato di tutti gli atti necessari. Ben poco potrà deliberare un ufficio di piano affollato, più numeroso del consiglio comunale ma privo della legittimazione del mandato popolare. Sotto il rispetto delle norme, la trasparenza e un contributo competente potranno liberare le potenzialità di un Puc che continua ad essere zavorrato da carenze, contraddizioni e ambiguità procedurali.
 

bocchetti