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MADDALONI- Competenza, conoscenza e spirito di collaborazione. La “questione Puc”, vista oltre gli slogan (ormai logori) e il semplice sentito dire. Come è suo stile l’ingegnere Nicola Corbo, già ex assessore e decano dei tecnici maddalonesi, va al cuore concreto della questione.
Ci può spiegare il problema delle incongruenze da Lei sollevato negli elaborati prodotti fino ad oggi?
E’ semplice. Esistono delle discrepanze tra quanto è stato preliminarmente elaborato e i «rilievi delle consistenze urbanistiche preesistenti». Ma non è un fatto clamoroso: quanto è stato prodotto fotografa la situazione urbanistica vigente nel 2014. E’ chiaro ed evidente, anche ai non addetti ai lavori, che gli atti di programmazione in itinere si sovrappongono ad opere invece già realizzate o, in alcuni casi, ad interventi (edilizi o urbanistici) già in corso o preventivati e autorizzati negli anni successivi.
Stiamo parlando dei vincoli successivi posti dalla Soprintendenza in zona urbana (collegati alla tutela del ramo San Benedetto dell’ acquedotto Carolino); al parco urbano?
Non solo: ci sono lottizzazioni realizzate e non segnalate. Lottizzazioni rilasciate ancora non approdate alla fase cantierabile. Insomma, c’è tutta una trasformazione edilizia che va rilevata, acquisita, censita e inserita.
Da qui la sua richiesta di avviare una “fase di segnalazioni tecniche in itinere”?
Si, ma non solo per questo. Se esistono delle incongruenze ed sussistono condizioni che ledono diritti acquisiti, situazioni di fatto e altro ancora è ragionevole avviare un processo virtuoso finalizzato a disinnescare i contenziosi reali e potenziali, tutelare i diritti ed evitare inutili perdite di tempo.
Insomma, fare presto e fare bene?
E’ il momento di fare un ulteriore salto di qualità: il processo di programmazione urbanistica in corso non deve essere fermato o rallentato. Ma può essere efficacemente corretto e migliorato.
In che modo?
Ho proposto a tutti i tecnici del territorio, ma anche ai privati, di avviare un’azione di segnalazione o censimento di tutti gli errori, inesattezze varie ed eventuali.
Una specie di correzione collettiva?
Schede tecniche da presentare i comune che rilevano e certificano le incongruenze. Da presentare in Comune, e non all’Ufficio di Piano, per accelerare ulteriormente gli iter.
Ed esiste lo spirito di collaborazione a cui fa appello?
Sembra proprio di si. Il territorio ha bisogno di rimettere in moto e in piedi la programmazione urbanistica rimasta al palo per troppo tempo e per mille intoppi.
A proposito. Quali sono i tempi per l’approvazione?
Sussiste anche il discorso della proroga ai sensi delle direttive regionali. Anche questo va verificato per sfruttare al meglio il tempo che si ha a disposizione ma con scadenze certe.
E tutto questo disquisire sui numeri e su 1400 appartamenti da realizzare, che ne pensa?
Sono numeri vecchi, ripeto che fotografano la situazione del 2014. Se contabilizziamo l’edificato degli ultimi quattro anni, i progetti di housing sociale da realizzare e le lottizzazioni rilasciate ai privati quel numero si riduce a meno della metà. Così ci impaludiamo in chiacchiere stantie e datate. Ecco perché continuo a dire che è oltremodo virtuoso aggiornare i dati a disposizione. Una volta rimesso in moto la macchina della redazione urbanistica avremo un’immagine reale del territorio e si potrà discutere di quello che è giusto fare. Fare non parlare: tutti sono d’accordo questo territorio non può più aspettare ha bisogno del nuovo Puc.

bocchetti