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MADDALONI- Dopo analizzato, in sintesi, la dura condanna del Consiglio di Stato che ha bocciato, senza appello e definitivamente, le politiche (in tema di opere pubbliche e viabilità cittadina) degli ultimi 25 anni, parliamo ancora con l’avvocato Enzo D’Errico, in qualità di testimone di relatore dell’ultimo accordo con Rfi (osteggiato dall’amministrazione Farina).
C’è una via d’uscita dalla strada tracciata dal Consiglio di Stato?
Intanto, la strada del pagamento dei danni è irreversibile come quella che porta (come atto dovuto) l’ammanco prodotto al cospetto della Corte dei Conti. Una strada d’uscita c’è ed è diametralmente opposta a quella percorsa negli ultimi decenni.
Sarebbe?
Innanzitutto, urge fare trasparenza e informazione. A Maddaloni, anche la questione ferrovie (e come tutte le opere pubbliche a cominciare dal Puc) sembra un affare privato circoscritto a quattro siti noti e a qualche studio professionale. Il tutto nascosto in una fitta nebbia, alzata ad arte, divulgando una serie di menzogne su presunti attentati della linea ferroviari all’integrità urbanistica di Maddaloni. Sarebbe dire che le licenze edilizie, i permessi a costruire e le lottizzazioni o parcheggi realizzati al ridosso della strada ferrata e nella fascia di rispetto le avesse autorizzate Ferrovie dello Stato.
Quindi qualcuno, in questi anni, ha mentito sapendo di mentire?
Esattamente. Vede ai maddalonesi è stato impedito di sapere. E’ stato nascosto che, con l’accordo del 2005 ovvero il progetto approvato dalla giunta comunale con delibera n. 272 del 30.12.2005, si prevedeva addirittura la demolizione del cavalcaferrovia di via liberta’ e la realizzazione di una grande piazza. Era una, delle tante condizioni, che avevamo alle ferrovie dello stato per la chiusura dei passaggi a livello.
Ma è stato tutto sbagliato l’operato degli amministratori?
Vanno distinte due fasi. La prima è stata ispirata da una giusta indignazione: nel 1986 gli amministratori di Maddaloni avevano sottoscritto una convenzione svantaggiosa per l’ente in quanto concedeva molto alle ferrovie dello stato e otteneva poco in cambio in quanto il cavalcaferrova ed il sottopasso di via Campolongo non erano (e non sono) opere utili alla viabilita’ cittadina oltre ad essere poco funzionali e bruttissime sotto il piano estetico con grave impatto ambientale. Proprio per cancellare quel torto nell’anno 2005 venivo incaricato dall’amministrazione comunale per ristabilire condizioni di equita’ nel rapporto con le ferrovie dello stato chiedendo ed ottenendo la rimozione di quell’obbrobrio che e’ il cavalcaferrovia di via Liberta’ oltre ad una serie di altre opere tra le quali nuove importanti arterie che avrebbero rivoluzionato la viabilita e la stessa immagine della Citta’ di Maddaloni.
Non è bastato?
Purtroppo no. Gli amministratori che si sono succeduti nella gestione della cosa pubblica non hanno voluto comprendere il grande risultato ottenuto dall’amministrazione comunale nell’anno 2005. Hanno preferito sia sottrarsi agli obblighi assunti con la convenzione del 1986 ma incredibilmente a tutte le vantaggiose varianti proposte dopo.
Un atto di autolesionismo?
Una dimostrazione di totale indifferenza per il bene del territorio. Oltre ai danni ad Fs, si continua ad ignorare volontariamente e con dolo i danni che avrebbe provocato alle ferrovie dello Stato tacendo, cosa gravissima e abominevole, dei danni arrecati al territorio privo delle più elementari infrastrutture viarie. Tutto questo è imputabile agli amministratori che non hanno saputo imporre alle ferrovie dello stato condizioni contrattuali idonee a tutelare gli interessi della comunita’ maddalonese.
La via d’uscita?
C’è, anche se l’ennesimo valzer sulle opere collegate alla costruzione della Napoli-Bari evidenziano,se mai ce ne fosse bisogno, del comportamento ambiguo e contraddittorio di chi presume di riconoscere a se stesso una qualifica di classe dirigente. C’è chi ancora sostiene lo shunt aggio (abolito), clamorosamente rinnegandolo con impugnative anche giudiziarie, chi l’interramento e chi altri scenari ignorando la necessità di avviare serie trattative con Rfi.
La classica foglia di fico di chi non sa di cosa parla?
Purtroppo si. La storia si ripete. Adesso c’è l’ultimo treno legato alle opere connesse alla realizzazione della Napoli-Bari. E’ l’occasione per recuperare, solo in parte, il tempo perduto.
Ne è sicuro?
Scripta manet: come si legge  nell’ordinanza n. 30 pubblicata sulla gazzetta speciale del 22.04.2017 recante “Asse Ferroviario Napoli – Bari. Raddoppio tratta Cancello –Benevento – 1° lotto funzionale Cancello – Dugenta/Frasso Telesino e Variante alla linea storica Roma – Napoli, via Cassino, nel Comune di Maddaloni “Interconnessioni Nord su linea esistente Roma –Napoli, via Cassino, nel Comune di Maddaloni” CUP J41H01000080008 – Approvazione progetto definitivo:……. “
In concreto?
E’ scritto che il progetto definitivo è corredato del piano degli espropri; che l’intervento èsuddivisibile in due fasi funzionali: la prima consistente nel raddoppio della tratta ferroviaria Cancello ̀suddivisibile in due fasi funzionali: la prima consistente nel raddoppio della tratta ferroviaria Cancello – Frasso Telesino e la seconda consistente nella variante alla linea storica RM- NA via Cassino nell’ambito del Comune di Maddaloni (cosiddetto “Shunt di Maddaloni”).
Quindi c’è l’ultima trattativa che è l’ultima occasione?
Infatti la Task Force di Rfi ha proposto al Commissario di rinviare la determinazione sulla seconda fase funzionale rappresentata dal c.d. “Shunt di Maddaloni” per assumere ogni decisione finale in merito all’esito dello sviluppo progettuale della soluzione alternativa allo stesso e per l’effetto di autorizzare Rete Ferroviaria Italiana allo studio, nell’ambito del limite di spesa del progetto di 730 Mln€, della soluzione alternativa alla variante alla linea storica RM-NA via Cassino nell’ambito del Comune di Maddaloni.  A mio avviso vi e’ ancora lo spazio utile perche’ la citta di Maddaloni recuperi il tempo e le occasioni perdute grazie ad amministratori miopi e ristabilisca condizioni di equita’nei rapporti con Rfi. a prescindere dagli esiti giudiziali che  non fanno giustizia della realta’ maddalonese.
Nella progetto ancora in fase di studio anche per quanto attiene alla c.d. mitigazione dell’impatto ambientale (leggi quanto e’scritto nell’ordinanza 30) a mio avviso andrebbe inserito come benefict la soppressione del cavalcaferrovia ovvero di quell’obbrobrio tuttora esistente su via Liberta’ che sarebbe il minimo per uscire dignitosamente e decorosamente dalla situazione in cui ci hanno cacciato amministratori infedeli e incompetenti.
 
 

bocchetti