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Incidente politico-istituzionale al margine della visita del ministro Lollobrigida alla Scuola Commissariato dell’Esercito. La segreteria romana di Fratelli d’Italia dà il via libera ai parlamentari e dimentica le istituzioni locali

MADDALONI- C’è ancora un caso Fratelli d’Italia a Maddaloni? Sembrerebbe di si. Dopo l’ultima campagna elettorale per amministrative, con la fuga dei militanti nelle liste civiche e con la discesa di campo di un sindaco autonomo, il rapporti tra la dirigenza provinciale e il territorio non sono idilliaci? Sembrerebbe di si. Diversamente, non si spiega quanto è successo dietro le quinte e a margine della recente visita del ministro Lollobrigida presso la Scuola di Commissariato dell’Esercito. Una presenza organizzata, non dall’Esercito, ma direttamente dalla segreteria romana. Per questo, a maggior ragione, oltre l’etichetta, l’attenzione alle istituzioni locali non poteva venire meno. E invece, al fianco del ministro in visita sono spuntati, a sorpresa, Gimmy Cangiano, la senatrice Giovanna Petrenga e Marco Cerreto. Si è parlato del territorio. Ma chi lo rappresenta è stato escluso. Il fatto non è passato inosservato tra le stanze del comune e tra i grandi elettori della maggioranza che alla Petrenga &C hanno garantito consensi importanti non secondari nella vittoria sul filo di lana alle ultime politiche. Il comune sentire è stato stupore, malcontento e sorpresa. La cosa non è proprio piaciuta. Ma in via San Francesco d’Assisi dove le mura del gabinetto del sindaco, fatte di carton gesso, hanno le orecchie, è rimbombato stentorio il vocione di De Filippo. Il primo cittadino, parafrasando Manzoni e il suo esilarante don Abbondio, pare che abbia detto: “Lo stile è come il coraggio, chi non ce l’ha non se lo può dare”. E i più attenti precisano che così parlò De Filippo: “Devono governare, almeno altri dieci anni, per imparare le regole non scritte dell’etichetta politica e delle buone prassi istituzionali”. Crediamo che la stoccata non fosse diretta al ministro Lollobrigida, impegnato in un tour de force, ma al trio casertano Cangiano, Petrenga, Cerreto. Insomma, un incidente politico-istituzionale.



Redazione