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MADDALONI- Il matrimonio è durato poco più di un anno. E già chiude la sede della “Lega Noi con Salvini Premier” a Maddaloni. E se non chiuderà del tutto i battenti, poco ci manca. La notizia politica è di quella con il botto: il circolo di Maddaloni, in assoluto, è stato il primo aperto in Provincia di Caserta; il primo di fatto con consiglieri comunali di riferimento e il primo che sosteneva un’amministrazione in carica, pur all’interno di un contesto con una forte componente movimentista e civica. La notizia è di quella importanti se non fosse, tra l’altro, che è tenere a battesimo il circolo si mobilitarono il segretario provinciale Salvatore Mastroianni, il segretario regionale Gianluca Cantalamessa, l’allora sottosegretario Pina Castiello e il senatore Barbano. E ora proprio contro lo stato maggiore è scoppiata la rivolta. Ne parliamo caldo con il coordinatore, ormai convintamente ex, Peppe Vigliotta.

Peppe Vigliotta

Un terremoto, una rivolta contro i quadri dirigenti, una fuga in massa. Cosa sta succedendo?

Stasera ho consegnato al commissario provinciale le dimissioni mie personali e quelle di tutti gli iscritti. E’ una decisione inevitabile alla luce delle ultime vicende, locali e nazionali, che hanno interessato il partito.

Ma è una decisione che ha le dimensioni di una fuga in massa….

Non è una fuga ma una decisione dovuta, ponderata, motivatissima e fondata su fatti politici molto gravi.

Siete stati i primi ad aprire un circolo al cospetto della dirigenza provinciale regionale. Adesso siete i primi ad assumere una netta posizione di rottura. Un fatto di significativa porta politica….

Procediamo con ordine, per fare innanzitutto chiarezza. Stasera, ho rassegnato al commissario provinciale Salvatore Mastroianni le mie dimissioni e quelle di molti iscritti alla luce delle ultime vicende sia locali che nazionali.

Messa così, è un terremoto politico anche perchè la vostra sede fu inaugurata dallo stato maggiore provinciale e regionale?

Abbiamo già espresso le nostre riserve contro la «gestione poco trasparente, per non dire dilettantistica,  dell’ultima competizione elettorale provinciale». E’ una valutazione fatta nelle sedi opportune e con i dovuti modi dal consigliere comunale Claudio Marone.

E non è bastato?

Purtroppo, non è bastato. Non siamo stati ascoltati ma peggio è stata tenuta una condotta peggiore in occasione della nomina dei delegati all’Anci regionale. Le decisioni adottate sono state apprese dai giornali. Un fatto molto grave.

Quindi lamentate l’assenza di collegialità, ascolto e partecipazione?

Esiste una situazione ancora peggiore che denunciamo: una indifferenza della classe dirigente provinciale e regionale. C’è un assordante silenzio e l’assoluta indisponibilità su una serie di richieste presentate nell’esclusivo interesse della nostra città e per una crescita sul territorio. Così non si fa politica per e sul territorio.

Ma la Lega non è il partito della gente vicino alla gente, che ascolta, interpreta gli umori profondi degli italiani?

Lo è. Ma non con questa classe dirigente provinciale e regionale. E’ venuta meno la tanto promessa stagione congressuale che avrebbe dovuto trasformare la Lega, da movimento a forte caratterizzazione localistica in partito di interesse nazionale.

Cioè passare da una Lega “padanocentrica” ad un partito che rappresenti ovunque i bisogni di tutti i territori?

Un partito è questo, deve essere questo, altrimenti non può vivere su un territorio che non rappresenta e che non difende.

A proposito di difesa, c’è un problema anche con l'”autonomia differenziata”?

C’è il riemergere di una forte spinta autonomista da parte delle ricche regioni del nord. Ma quella dell’autonomia differenziata è un progetto fumoso, non discusso e né approvato in alcuna sede congressuale.

Quindi non partecipato e non condivisibile?

 Torniamo al punto di partenza: manca la partecipazione, la trasparenza e la condivisione di percorsi e scelte gestionali. Nulla di nulla.

Adesso, che la Lega non è più la vostra casa. Che succede?

Il nostro orizzonte politico era e resta il centrodestra. La sede in Corso I Ottobre è nostra e toglieremo anche i simboli. Ma continueremo ad operare, a partire dai consiglieri comunali nelle liste civiche «Riscossa di Maddaloni» e pure nel movimento «Alleanza per Maddaloni».

Ma di questo terremoto è stato informato il sindaco?

Certo che è stato informato se non fosse che sono mutati gli orizzonti politici e i simboli in una componete della coalizione. Non muta l’impegno per il territorio. Anzi, la nostra scelta è motivata proprio da questo: continuare a vivere, rappresentare e lavorare per il territorio. Non ci intessa altro.

Redazione