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Si rinnova un dibattito che dura da tre anni: la pubblicazione obbligatoria della situazioni reddituali e patrimoniali dei consiglieri comunali nonchè l’utilizzo degli emolumenti per azioni solidali

Carte e numeri in piazza. “Benvenuto nel club della trasparenza ammnistrativa al geometra con i baffi Mario Barbato“. Angelo Tenneriello accoglie a braccia aperte l’esponente di Maddaloni nel Cuore. “Sono contento. Dopo aver predicato, in totale solitudine, nel deserto anche la maggioranza si allinea alle buone pratiche della sobrietà amministrativa e della solidarietà“. Tenneriello è fuori di pelle. E’ oltremodo contento che la campagna per la trasparenza reddituale comincia fare breccia.

Canta vittoria?

No, noto con soddisfazione che il mio appello sulla trasparenza reddituale e produttiva dei consiglieri comunali non sia caduta nel vuoto. Rilancio gli interrogativi posti poche settimane fa: casa c’è nelle tasche dei consiglieri comunali? E soprattutto quanto versiamo agli eletti? E quanto guadagnano per la loro attività rese alla collettività? Intanto, ho divulgato il mio Cud che è pari a 4 mila e 200 euro lordi che al netto fanno, centesimo più o centesimo meno, 2 mila e 100 euro. Invito gli altri consiglieri comunale a fare lo stesso.

Ma la sua richiesta è ben più articolata. O no?

Certamente. Invece, di limitarsi alle provocazioni di superficie e alle polemiche da bar facciamo cose ben più serie.

Quali?

Parlo del primo principio della trasparenza ammnistrativa: rendere pubblici i redditi professionali, le proprietà. Per esempio, molti dati forniti sono lacunosi e carenti. Personalmente, ho comunicato alla segreteria comunale anche le variazioni delle mie proprietà. Vorrei sapere se ce ne sono state anche per gli altri consiglieri comunali sotto forma di terreni, immobili o altro. Il probelma è sostanziale: bisogna fugare ogni forma di dubbi e ipotesi di incompatibilità che in epoca di redazione del Puc è un’azione più che necessaria. Non lo dice Tenneriello ma lo prevede la legge. Tutto qui.

Perché è contento della presa di posizione di Barbato?

E’ bello sentire ripetere cose che ho detto e ripetuto da tre anni.

Non è mai troppo tardi. O no?

Si può sempre fare. Anche se, per onore di cronaca, quando un anno fa (in piena pandemia) ho proposto di devolvere qualche mese per la solidarietà non ho ricevuto risposte. Ma questo è una libera adesione sebben politicamente molto simbolica e qualificante. Ma rendere pubblici e aggiornare i redditi e lo stato patrimoniale è un adempimento di legge. E questo non è demandato ad una libera adesione: va fatto e basta. E continuo a notare che non c’è mobilitazione alcuna.

E sulla proposta di Barbato?

Non c’è nessun problema. Non sono d’accordo con Barbato ma con me stesso: l’ho proposto già in tempi non sospetti. Ma mi chiedo...

Si chiede?

Ne parli con la maggioranza e con il sindaco. Se vuole la maggioranza, allora si fa. Quindi, due sono le ipotesi: la maggioranza non vuole o la maggioranza non è coesa al suo interno.

C’è una frattura nella maggioranza?

E’ evidente che c’è disaccordo, anche su questo nella maggioranza arcobaleno di destra-centro. Quindi invito Barbato, che ha conosciuto ben altre stagioni di allegra spesa pubblica molto sostenuta con stipendi favolsi, di proporre all’azionista di maggioranza della coalizione cioè a Maddaloni nel Cuore di intestarsi la “stagione della piena trasparenza amministrativa”.

Ma il sindaco ha rinunciato al suo stipendio…

Bene, ma non i suoi sostenitori. Il mio amico Andrea De Filippo, imperatore serenissimo della maggioranza di tutti i colori, su questo terreno non ha molti seguaci. Per onore di verità, il sindaco arcobaleno non è che curi più di tanto il consiglio comunale svuotato di qualsivoglia funziona consultiva e forma di dibattito. E’ un lasciare andare: discussioni abortite su tutto anche sulla questione reddituale dei consiglieri.

Redazione