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MADDALONI- Nel secondo anno di riapertura, mentre si registra una crescita vertiginosa e inattesa per gli «affari giudiziali» dell’ufficio del Giudice di Pace di Maddaloni, si registra pure un crollo del livello di manutenzione. A oltre un anno e mezzo dalla riapertura (dopo sei anni di stop) della sede e a soli 12 dalla ripersa senza soluzione di continuità delle udienze, la struttura di via Caudina già ha già superato quota duemila atti. Niente male: dati oltremodo confortanti forieri di una crescita che è ormai su livelli esponenziali. Non lo stesso si può dire della manutenzione delle stabile e soprattutto delle aree verdi esterne affidata al consorzio intercomunale (formato da Cervino, Maddaloni e Valle di Maddaloni). Vista l’estensione delle aree incolte, la presenza di pante rampicanti, di tronchi abbattuti dal maltempo e dalle erbacce, la cura di fatto è un servizio che non viene praticato. E il paradosso è servito: cresce l’utenza; cresce l’attività della giustizia di prossimità,; cresce pure il volume di affari ma non si innalza il livello di vivibilità di un plesso che è destinato ad accogliere sempre più utenza alla luce dell’incremento delle competenze del Giudice di Pace. Le inattese prospettive di crescita pongono in discussione alcuni fondamenti dell’investimento compartecipato, sottoscritto dai sindaci di Cervino. Maddaloni e Valle di Maddaloni. I tre comuni si sono impegnati ad accollarsi gli oneri di una spesa (diretta e indiretta) annuale che può sfiorare anche i 500 mila euro. Attualmente (ad eccezione degli stipendi dei giudici a carico del Ministero), la struttura costa al consorzio intercomunale almeno 150 mila euro all’anno. In più, presso l’Ufficio del Giudice di Pace lavorano in pianta stabile nove dipendenti: tre addetti alle attività del Giudice di Pace, un cancelliere e quattro impiegati nei servizi di pulizia,  manutenzione e vigilanza delle strutture. Eppure diventa difficile tagliare l’erba e rimuovere i rami secchi. Una vicenda inspiegabile alla luce di tutti gli sforzi, non solo finanziari, sostenuti per approdare alla riapertura dell’Ufficio soppresso del Giudice di pace di Maddaloni.

Redazione