Lo ammetto, sono in enorme difficoltà. Scrivere del Professore Michele Vigliotti, Rettore del “Convitto Nazionale Giordano Bruno”, mi mette agitazione, ansia. Penso ai brani di Pino Daniele interpretati da altri cantanti, oppure a Ficarra e Picone quando, di recente, all’ultima puntata di Made in Sud, hanno portato al Teatro Tam di Napoli, lo sketch de “L’Annunciazione” omaggiando Massimo Troisi. Ed effettivamente qui parliamo di un uomo che è sinonimo di cultura, ma non solo; di scuola, ma l’intelligenza della Persona in questione va ben oltre; beh, qui parliamo di un Uomo.
Dal primo settembre, il Rettore dell’istituzione scolastica più antica della provincia di Caserta andrà in pensione ma, il Convitto non perderà il suo faro. Il patrimonio che lascerà Vigliotti, costruito anno dopo anno, resterà per sempre in quelle mura, sotto la tela ottocentesca più grande del mondo dei fratelli Funaro, nei suoi uffici, fra le cose che ha di più caro, come l’immagine che affisse di Fabrizio De André con il testo “Creuza de Ma”, oppure tra le centinaia di libri che custodisce in maniera tutt’altro che Naif. La nobile fragranza della storia ch’egli ha fatto resterà per sempre lì, indelebile.
Queste saranno le ultime quattro settimane per Michele Vigliotti da Rettore, ma tranquilli, un buon padre non abbandonerà mai la sua creatura. Chi avrà il dolce, terribile compito di sostituirlo, sarà la D.S. Maria Pirozzi, amica del Professorissimo. Del successore di Vigliotti, ho sentito grandi cose, ma la cosa che più può garantire per lei, è la stima che il Rettore nutre nei suoi confronti.
L’abnegazione, la passione, l’amore, il sacrificio… hanno fatto di un uomo una leggenda, un esempio per chiunque volesse intraprendere la carriera all’interno delle sedi scolastiche.
Dario Bocchetti