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MADDALONI- (di Angelo Schiavone) “Una città non si misura dalla sua lunghezza e larghezza, ma dall’ampiezza della sua visione e dall’altezza dei suoi sogni” ( Herb Caen)

prof. Angelo Schiavone

Il mio vuole essere un contributo,” fuori dal coro”, alla discussione che si sta avviando sul Progetto del piano urbano comunale. Non vuole entrare nei meandri di mappe, particelle, zone di vario colore e specifiche di ogni tipo, vuole essere un pensiero, un’idea di città che miri un po’ più avanti che guardi ad un futuro possibile di una Maddaloni 4.0

In questi giorni, si è riproposto nel dibattito politico in città, la questione del PIANO URBANOCOMUNALE. Tralasciando le sterili polemiche sulla composizione della componente dell’ufficio di piano, la notizia interessante che si è finalmente avviato il percorso che alla fine dovrebbe portare alla approvazione del preliminare del Piano. Dopo anni di lunga attesa, possiamo finalmente entrare nel merito di un progetto fondamentale per il futuro della città. Il Piano Urbanistico Comunale (PUC),è lo strumento urbanistico generale del Comune e disciplina la tutela ambientale, le trasformazioni urbanistiche ed edilizie dell’intero territorio comunale. Ma fondamentalmente è il canovaccio di come si vuole intendere, immaginare la città e il suo sviluppo in un prossimo futuro. Strade, case, negozi e servizi pubblici sono gli elementi che caratterizzano più o meno ogni città, grande o piccola che sia, ma quello che più colpisce di questi agglomerati urbani è la quantità di gente che vi abita e vi lavora ogni giorno. La città del futuro è intelligente, digitale, inclusiva. E’ una città che sfruttando le opportunità offerte dalla nuove tecnologie gestisce in modo intelligente le attività economiche, la mobilità, le risorse ambientali, le relazioni tra le persone, le politiche dell’abitare. L’intelligenza delle nuove Smart city non si misura più nella capacità di sorprendere con “effetti speciali”, ma nella creazione di un rapporto di conoscenza reciproca tra città e cittadini. Perché sono intelligenti le città pensate per conoscere i cittadini e proiettate a farsi conoscere dai cittadini stessi. Rendere “smart” la città significa sottoporla a un insieme coordinato di interventi urbanistici e tecnologici, che la rendono più sostenibile dal punto di vista energetico e ambientale e che incrementa parallelamente la qualità dei servizi erogati ai cittadini,la filosofia alla base è quella dell’innovazione a tutto campo: organizzativa, istituzionale e sociale. E se le mani sulla città fossero quelle dei bambini? Può sembrare una provocazione, invece può rappresentare una nuova prospettiva attraverso la quale dare forma a politiche di progettazione urbana capaci di prendere in considerazione le reali esigenze dei cittadini. Alla base del concetto sta un manifesto dell’UNICEF, che comprende una serie di indicazioni minime: oltre al diritto di accesso ai servizi di base senza alcuna discriminazione, al diritto alla salute, all’educazione, e all’incolumità, una città deve garantire il rispetto del diritto di partecipazione alla vita sociale, di influenza sulle decisioni e di libertà di espressione. A questi si aggiungono il diritto di vivere in un ambiente non inquinato e quello di poter accedere a spazi verdi e strade non pericolose. A qualcuno può sembrare che stia parlando di sogni irrealizzabili, ma a questi dico, che la collettività deve mirare ad obiettivi più alti, guardare  Maddaloni con gli occhi del futuro, volere una prospettiva migliore per i giovani del domani. Invito tutti a non rimanere nello stagno di vecchi ragionamenti o a inciuci di marciapiede, la Politica, le parti sociali i cittadini tutti devono cambiare passo, volare alto, avere la presunzione di cambiare realmente rotta,  ne abbiamo le capacità e le competenze, che porti la nostra Maddaloni ad essere una città migliore.

Redazione