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MADDALONI- Una voce ragionata ma fuori dal coro. Alternativa per Maddaloni si sfila dal “consenso acritico, fondato sulla scarsa conoscenza della materia” tributato alla candidatura del territorio per un sito di trattamento della frazione umida

Gaetano Correra siete contrari? Indossate i panni del “partito o movimento del no”?

In qualità di portavoce di Alternativa per Maddaloni non posso più tacere. Abbiamo l’obbligo di fondare posizioni politiche, e ancora di più scelte amministrative, su una oculata conoscenza della materia dei rifiuti. E purtroppo, anche in questo caso, c’è pressapochismo. Quando si ragione sui principi, e solo su quelli, è facile dare il proprio consenso. Ma è la pratica a disegnare uno scenario ben diverso.

Tipo?

Costruire un impianto, che diventa polo attrattore della Provincia e forse non solo, è qualcosa di pazzesco. Significa sottoporre il territorio all’assedio di centinaia di camion. Esperienze pregresse hanno confermato che questi impianti, anche pubblici, per funzionare debbono superare certi volumi. L’impatto sul territorio sarebbe devastante.

Insomma, siete contrari?

Si, noi non lo vogliamo. E’ facile parlare dei massimi sistemi. La realtà sarebbe molto ma molto diversa. Diciamo una cosa acclarata: il territorio ha già dato. Non possiamo più sfruttarlo con attività impattanti. Abbiamo bisogno di infrastrutture e non di impianti mangiaspazio. Non si possono fare scelte magari care a chi ha qualche pezzo di terra al confine con Acerra.

Facciamo chiarezza. In modo schematico elenchiamo le ragioni della vostra contrarietà…

Primo: abbiamo già dato: questo territorio sta ancora pagando i gravi problemi ambientali del passato (Cava Monti su tutto). Secondo: non esistono piccoli impianti sarebbero mobilitati grossi volumi. Terzo: ipotesi progettuali del genere furono valutate anche nel 2005 e furono scartate proprio per l’impatto ambientale.

Quindi che facciamo la guerra tra favorevoli e contrari?

No, facciamo la cosa più bella che si possa immaginare. Si faccia un referendum. Si faccia una consultazione popolare dove, le persone (adeguatamente informate e non solo sottoposte al solito fuoco di fila di dichiarazioni generiche) possa scegliere in scienza e coscienza, carte alla mano, se ne vale o meno la pena. Confronto informato e non scontro ideologico.

Sembra che la vostra posizione critica vada ben oltre il sito di compostaggio?

Diciamolo a chiare lettere: basta disseminate il territorio di capannoni per una logistica che non c’è. E quando c’è è molto ma molto problematica e fuori mercato. Non si può smantellare un settore primario (leader su scala nazionale) in favore di qualche imprenditore che leader non lo è affatto. Vanno salvaguardate le risorse ambientali, le uniche guarda caso che riescono a dare risposte in termini di imprenditoria giovanile e femminile. Tutto il resto è il mondo dei patroncini e delle cooperative. Si abbia il coraggio di fare impresa e non gli immobiliaristi a corto di forza finanziaria.



Redazione