00 3 min 2 anni
Mentre chiunque dedica un pensiero o un ricordo a Diego, viene voglia di mettersi nei panni dei tifosi del Napoli che “sfortunatamente” non sono potuti essere testimoni della storia che si stava scrivendo

Tra 25 giorni sarà trascorso un anno della sua morte, la cui notizia si diffuse alla velocità della luce per l’intero pianeta. Diego Armando Maradona oggi avrebbe compiuto 61 anni e non può mancare il tributo nei confronti di chi era leggenda in vita e ora è invece mito. Una sorta di Natale – senza voler per nulla essere blasfemi – per chi lo ha amato e venerato, sempre e comunque. E per chi tutt’ora continua a farlo, e sempre lo farà. Maradona è di tutti, di chiunque voglia accoglierlo, a prescindere dalle epoche o se si è stati testimoni diretti del suo incedere sui campi di calcio.

Mentre chiunque dedica un pensiero o un ricordo a Diego, viene voglia infatti di mettersi nei panni dei tifosi del Napoli. Di quelli che se ne sono andati prima del 1984, ironicamente ricordati dai napoletani in festa con la scritta “e che ve site perso!“; di coloro che per ragioni d’età non hanno vissuto il settennato d’oro del club partenopeo, nel corso del quale il Dio del pallone sceso in terra e quasi un anno fa asceso al Paradiso ricopriva di gloria la maglia azzurra, e con essa una città, un popolo e milioni di tifosi.

Grande è il rimorso ed enorme l’invidia per non aver potuto assistere direttamente alla trasformazione delle sue gesta in opere d’arte e quindi in storia

Come il “gol del siglo“, realizzato ai mondiali messicani del 1986 nel quale divenne Re; o il “tanto gli faccio gol comunque“, quando nel 1985 segna una rete impossibile alla Juventus frantumando tutte le leggi della fisica. Oppure, ancora, un semplice riscaldamento prepartita condotto sulle note di “Live is Life” nel ritorno in Germania della semifinale di Coppa Uefa – poi vinta – contro il Bayern Monaco il 19 aprile 1989.

E allora non resta che affidarci ai figli della storia, appunto il mito e la leggenda, fortunatamente immortalati su videocassette prima, dvd poi e infine sui social, per compensare la mancanza della visione diretta. E arginare il rimorso affidandosi alle stelle dei nostri tempi: da Ronaldo il Fenomeno a Ronaldinho, da CR7 a Messi, da Baggio a Totti e Del Piero e così via. Con la speranza di osservarne tanti altri ancora, con la consapevolezza che nessuno è stato e mai sarà più grande di lui.

Luigi Ottobre