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Dopo il pareggio contro l’Inter, Spalletti è finito sotto accusa per la gestione dei cambi: giorni diversi rispetto a quando le scelte erano obbligate

Due giorni di post-partita sono stati più che sufficienti per comprendere quanto era già effettivamente saltato agli occhi, appena il triplice fischio è calato su NapoliInter. Gli azzurri hanno provato ad avere la meglio della capolista – ora seconda in classifica. Una volta giunto il pareggio nerazzurro, si è avvertito il timore di poter restare a mani vuote. Meglio dunque un punto che tiene aperti tutti gli scenari, che nulla. Un timore che non ha attraversato solo la mente dei giocatori di Spalletti, ma anche quelli di Inzaghi. Se da un lato, infatti, una vittoria dell’Inter avrebbe messo una pietra tombale sulle ambizioni tricolore dei partenopei, un successo del Napoli avrebbe creato non pochi problemi ai meneghini, già sconfitti una settimana fa nel derby e prima della grande sfida di Champions contro il Liverpool.

Non siamo allenatori. Dunque, per alcuni riesce difficile affermare se i cambi effettuati da Spalletti siano stati sbagliati in quanto conservativi, e di conseguenza volti alla conquista del pareggio piuttosto che tentare il tutto per tutto per prendersi la testa della classifica. Come sempre, a posteriori è tutto più semplice. Cosa sia passato nella mente del tecnico toscano nel secondo tempo della sfida scudetto può saperlo solo lui. È probabile che abbia egli stesso avvertito la sensazione che oltre l’1-1 non si potesse andare: meglio non perdere quando non si può vincere; meglio tenere i giochi aperti ancora per chissà quanto, che chiuderli definitivamente.

A proposito delle sostituzioni, ora che il Napoli comincia a recuperare alcuni elementi della rosa – mentre continua dall’altra a perderli, vedi Lozano e Lobotka – c’è il piccolo paradosso di come sia più semplice sbagliarle. Sempre, ovviamente, col senno di poi. Nelle settimane in cui gli azzurri si trovavano in piena emergenza, quelli erano i giocatori a disposizione; quello era il modulo da poter impiegare; e quelli erano i possibili cambi. A Torino, contro la Juventus, il vice di Spalletti poté contare su 7 panchinari, effettuando solo due sostituzioni. La prima al minuto 88.

Ora, c’è a disposizione una maggiore varietà nelle scelte. Dal modulo – 4-2-3-1, 4-3-3 o con la difesa a 3 – ai giocatori. Chi, impiegando il 4-2-3-1, dovrebbe restare fuori tra Fabian, Anguissa e Lobotka, tre dei migliori in questa stagione? Oppure, meglio utilizzare il 4-3-3 sacrificando Zielinski? Ed è qui che esce la bravura di un tecnico, nell’indovinare le scelte, che purtroppo si potranno ritenere azzeccate solo successivamente. Ad ogni modo, a questo punto della stagione, ci sono giocatori inamovibili e insostituibili. Su tutti, Di Lorenzo, Koulibaly, Fabian e Osimhen. La differenza tra quando sono in campo e quando non giocano si nota. Seppur spesso degnamente rimpiazzati.

Luigi Ottobre