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Benvenuti alla Reggia del Basket! Più che un saluto era l’immancabile biglietto da visita che Franco Lauro porgeva ai telespettatori, con la sua inconfondibile voce, quando le telecamere di mamma RAI si accendevano dal catino del PalaMaggiò di Pezza delle Noci. Erano gli anni di una Juve Caserta che faceva parlare tutta Europa, gli anni di un Palasport rivoluzionario costruito in cento giorni da un privato, il Cavaliere Giovanni Maggiò. Nei suoi interventi, Franco Lauro (entrato nel 1984 nella TV di Stato, dopo la gavetta nei circuiti regionali) non mancava mai di citare il “Cavaliere” e quel gioiello di società entrato di diritto nella storia del basket nazionale. Il giornalista romano avrebbe di fatto visto nascere e crescere una delle favole più belle dello sport. Da bordo parquet sarebbero nati quei racconti sulle gesta degli scugnizzi Gentile ed Esposito, le bombe di Oscar, la grinta di Dell’Agnello, la potenza di Giorgione Gluskov, la parabola di Boscia Tanjevic, il potere imbarazzante dello “Squalo” Shackleford, l’ascesa del prof. Marcelletti.

Franco Lauro non è stato solo pallacanestro ma, più di una generazione lo ha conosciuto attraverso l’italica palla a spicchi. La pay tv non esisteva nemmeno nelle storie fantasy, la televisione satellitare nemmeno nei film americani. C’era la RAI che portava il secondo sport più seguito della nazione nelle case degli italiani. E c’era quel ragazzo romano dalla parlantina fluente, dai modi gentili e garbati e dalla perfetta conoscenza della materia che irrompeva con cuffie e microfoni durante i time-out ed analizzava con numeri e domande l’esito della gara pochi secondi dopo il suono della sirena. Una carriera straordinaria toccando le Olimpiadi, il TG2, 90° Minuto, la Domenica Sportiva, Dribbling, Domenica Sprint, i Mondiali (calcio e pallacanestro), gli Europei di basket (tra cui il trionfo nel 1999 in Francia con in panca proprio Tanjevic). D’altro canto, non si diventa per caso uno dei giornalisti e volti più amati della televisione.

Franco Lauro in un dopo partita con Nando Gentile e don Mario Vallarelli

Franco Lauro ci ha improvvisamente lasciato in questo momento già difficile, carico di amarezze e preoccupazioni. La notizia è arrivata martedì sera ma da 24 ore non si avevano più sue notizie. Era stato negli studi RAI la domenica di Pasqua ed era stato ospite telefonico di Radio Kiss Kiss poche ore prima per parlare dell’attuale momento calcistico. Avrebbe compiuto 59 anni ad ottobre. Sembra sia stato un infarto fulminate a portarci via quel volto di RaiSport diventato come un amico di famiglia. Migliaia i messaggi di cordoglio da parte di colleghi, tifosi e tantissime società sportive. Immediato il dolore espresso dalla Juve Caserta sul proprio sito ufficiale, in cui la società bianconera ha ricordato Franco Lauro come il “cantore” delle grandi gesta del basket casertano cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta (LEGGI QUI). Un dolore che ha unito da Nord a Sud tutti gli sportivi.

La redazione di Giornale News ha voluto tracciare un ricordo di Franco Lauro insieme con Rosario Pascarella, tra i più apprezzati ed autorevoli giornalisti di basket, nonché “voce” storica della Juve Caserta attraverso le sue impeccabili cronache e commenti davanti ai microfoni di Tele Prima, TV Luna, Radio Prima Rete, GoldWebTV e Sport Casertano. Quando parla Pascarella sulle vicende cestistiche è una sorta di cassazione. Per oltre trent’anni le strade di Rosario e Franco si sono incrociate con il PalaMaggiò a fare da sfondo.

Rosario Pascarella al PalaMaggiò con il collega Sante Roperto

Il destino – esordisce Pascarella – ha voluto che l’inizio della carriera “cestistica” di Franco Lauro sulla RAI, coincidesse con il periodo più bella della Juve Caserta, i famosi anni d’oro culminati con lo scudetto del 1991 e con quell’intervista fatto a bordo campo ad Enzino Esposito in gara 5 a Milano passata di diritto alla storia. Franco Lauro ha lasciato un segno indelebile nella pallacanestro raccontata in televisione. Le sue qualità? Innanzitutto, l’umiltà, una dote che poi ho ritrovato ogni volta che ci siamo incontrati. A lui si deve anche l’aver portato un linguaggio da “intrattenimento” nelle telecronache. Faceva a meno della parlantina “tecnica” per essere più vicino ad un pubblico eterogeneo. Credo che in tanti si siano avvicinati al basket in TV proprio grazie ai suoi interventi e al suo modo innovativo di condurre. Il suo obiettivo era il telespettatore “medio” non quelli che erano già nati con il basket nel sangue. Gli ascolti lo hanno sempre premiato e di questa cosa – ricorda Rosario Pascarella – ne andava fiero, perché era un grande studioso di ascolti e curve di gradimenti, tra i primi in RAI a studiare i numeri dell’Auditel

  • Che giornalista è stato Franco Lauro? Perché tutti siamo rimasti colpiti alla notizia della sua morte improvvisa?

Da tifoso prima e da giornalista poi, non ho mai visto Franco Lauro salire sul piedistallo. Sia in diretta che dietro le quinte non ha mai pensato a fare il protagonista, il giornalista trendy ed appariscente. È sempre stato al servizio del pubblico con il suo impeccabile modo di raccontare. Compito e educato con quello stile che ha accompagnato una carriera straordinaria che, a mio personale giudizio, poteva essere ancora più prestigiosa. La competenza di Franco Lauro lasciava sbalorditi. Mai una polemica, mai una parola fuori luogo. Avete dato uno sguardo alla fanpage delle tifoserie italiane? Tutte le “curve” dello sport – sottolinea il giornalista casertano – lo hanno ricordato con grande affetto e dolore sincero. Una cosa rarissima nel mondo del tifo”.

Franco Lauro in una foto d’archivio con Gianpiero Galeazzi
  • Quale il tuo personale ricordo

Consentitemi due aneddoti. Il primo nelle vesti di giovane tifoso sulle gradinate del PalaMaggiò. Molti di noi hanno conosciuto Franco Lauro prima della popolarità RAI, quando seguiva le vicende del Banco Roma per una radio romana. La rivalità anni ’80 tra Roma e Caserta è passata agli annali, eppure a fine partita lui non disdegnava di intrattenersi con noi tifosi per scambiare pareri ed opinioni. In quel momento, era il radiocronista del Banco Roma, l’acerrima nemica di tante battaglie sul parquet ma, il pubblico casertano lo ha sempre rispettato per la sua grande educazione. In fondo lui era un campano acquisito (la famiglia era originaria della provincia di Avellino) ed aveva un legame forte con le nostre squadre della nostra Regione. Anni dopo – conclude Rosario Pascarella – ci siamo incontrati tra sala stampa, bordo campo, pre e post-partita. Il confronto con le testate locali era il punto fermo della sua professione. Voleva che gli inviassimo i nostri articoli e servizi per essere sempre aggiornato e non basarsi solo sulle grandi testate nazionali. Tante chiacchierate insieme poi, ad un certo, punta spariva. Al PalaMaggiò aveva il suo ripostiglio dove andava a concentrarsi prima che si accendesse la luce rossa della diretta. Questo era Franco Lauro, il giornalista antidivo che tutti abbiamo amato e al quale tutti ci siamo ispirati”.  

Vincenzo Lombardi