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Nonostante l’emergenza epidemiologica agli europei juniores di taekwondo in Croazia è sembrato tornare alla normalità

Da Mondragone a Zagabria: è il viaggio compiuto da Mario Veneziano che lo ha portato a vincere la medaglia d’oro agli europei juniores per club, nella categoria -51 kg. Un successo che vale doppio: l’atleta della Aerodance Liberata Team Pengue infatti, ha ottenuto anche il pass per la 4ª edizione dei Giochi olimpici giovanili.

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Dopo il terzo posto in un open in Serbia lo scorso febbraio, Veneziano come tanti altri atleti ha dovuto fare i conti con lo stop alle attività sportive imposto dal Covid-19. Nel frattempo, la sua crescita adolescenziale lo ha portato al cambio di categoria, come è accaduto al suo primo sfidante, lo sloveno Bulatovic, già affrontato e battuto dal mondragonese in precedenza allo Slovenia Open. Ancora una vittoria dunque per Veneziano, per 20-13. Più netto il successo in semifinale, 27-9 contro il valido bosniaco Pantic. In finale Veneziano ha dovuto fare i conti con il fortissimo tedesco Drosdowsky: un ultimo match vinto al cardiopalma. “Era l’occasione che aspettavo commenta Veneziano. Puntavo all’oro e sono felicissimo di esserci arrivati dopo i tanti sacrifici fatti“.

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Del trionfo in Croazia ne ha parlato Gennaro Pengue, maestro della Aerodance Liberata Team Pengue
Mario Veneziano e il maestro Gennaro Pengue

Maestro, una vittoria che sa di impresa –È un periodo difficile, così come lo è stato decidere di partecipare. Però i sacrifici fatti fin qui da Mario sono stati tantissimi, sotto tutti i punti di vista, a partire da una rigida dieta per rimanere nel peso. Ovviamente siamo stati fermi per il lockdown, rispettando il rigido protocollo federale, quindi senza allenarsi in combattimento e con la solo preparazione fisica ed allenamenti in circuito“.

Com’è gareggiare in questo periodo particolare? “Un torneo molto diverso da quelli a cui siamo abituati a partire dalla location che non era un palazzetto dello sport ma bensì un albergo. Rigido, il protocollo Covid: tutti gli atleti e i coach dovevano presentare la certificazione negativa di un tampone effettuato non oltre 48 ore prima. La gara era a porte chiuse, con gli atleti che attendevano nelle propria stanza il turno dell’incontro. I combattimenti erano distribuiti su 4 campi di gara in un grossa sala congressi dove praticamente, oltre ai due sfidanti, ai coach e agli arbitri non c’era nessuno, quindi alcuna possibilità di assembramenti”.

Un commento su Veneziano –Mario ha avuto un approccio timido tanto da trovarsi al terzo round sotto per 5 a 0. Ma voleva vincere a tutti i costi, riuscendo a terminare il round sul 6 pari. La vittoria è poi arrivata al golden point: 2 a 0“.

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Luigi Ottobre