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MADDALONI- Esperimento di botanica applicata in ambiente urbano. L’impiego di specie vegetali in aree residenziali ha un alto valore estetico e paesaggistico ed esercita una benefica influenza psicofisica sulla popolazione. E proprio per questo, in via Serao, l’area che circumnaviga l’area Iacp di via Napoli (da sempre penalizzata e degradata), è stato deciso di non tagliare più nè alberi, nè erba e nemmeno le erbacce. Infatti, in un quartiere assaltato dalle discariche di monnezza, il verde urbano rigoglioso fuori controllo ha come obiettivo l’innalzamento della vivibilità cioè un’azione di tutela del benessere psicofisico della popolazione. Infatti, lungo il rettilineo (dove si svolge la fiera settimanale) non solo le piante crescono rigogliose ma le aiuole hanno raggiunto l’altezza d’uomo. E c’è una ragione scientifica. La barriera verde serve a combattere i disturbi dell’apparato cardiocircolatorio e respiratorio; combatte i gas serra e migliora il comfort degli edifici, con un complessivo miglioramento della qualità della vita per i residenti nelle palazzine popolari. Contro gli inquinanti è stato deciso di utilizzare gli arbusti per creare l’effetto “diga”. L’Iacp poi, che non fa manutenzione degli ascensori, ha pensato di far crescere i rami fino al quarto piano per facilitare l’arrampicata degli inquilini. Non sono disservizi ma nemmeno per sogno. Si tratta di soluzioni “nature-based”. Interventi all’avanguardia contro il degrado. Ultimo, ma non meno importante, è l’effetto polline. Non è vero che crea problemi respiratori. Invece, stimola gli ormoni. Insomma, è tutto un’esplosione di fiori e testosterone. Insomma, già si registra un effetto afrodisiaco non trascurabile. Con una controindicazione: zi’ Nicola che abita al quarto piano, novantenne infervorato dal risveglio dei sensi, si è intestardito a consumare la sua passione carnale con nonna Mariuccia, 95enne della palazzina di fronte. Purtoppo, sembra che i figli, le nuore e una cinquantina di nipoti si oppongano tenacemente a questa esplosione della primavera dei sensi. La verità è che il Comune l’Iacp non vi abbandonano ma si preoccupano del vostro ambiente e del vostro benessere psicofisico.

Ma quali sono quindi le specie vegetali che più si prestano a tale mitigazione ambientale?
Lo chiediamo alla dottoressa Enrica Roccotiello, biologa e dottore di ricerca in Scienze Ambientali e in Botanica Applicata all’Agricoltura e all’Ambiente. Attualmente assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV). Sotto il profilo applicativo, gli argomenti di ricerca in cui è impegnata riguardano le fitotecnologie e comprendono gli effetti della contaminazione di origine antropica sulla componente vegetale, la selezione di organismi accumulatori e la messa a punto di tecniche per la fitobonifica.

Le foglie di queste specie, esaminate al microscopio elettronico a scansione, mostrano ingenti deposizioni di polveri sottili la cui analisi chimica (effettuata ai raggi X) rivela la storia della contaminazione del luogo in cui le piante si trovano. Il contenuto è disparato: dal ferro proveniente dai freni, a rame, zinco e nichel derivanti da processi industriali e da combustioni, al sodio portato dall’aerosol marino.
Tutte le specie poi, hanno dimostrato una buona capacità di captazione, anche se alcune, come il cedro, la fotinia ed il falso gelsomino, sembrano più promettenti per il miglioramento della qualità dell’aria. Ovviamente occorreranno indagini più approfondite per sostenere questi risultati“.

Redazione