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MADDALONI- Si è ritornati al punto di partenza. Anzi, gli edili disoccupati (in attesa del reintegro) sono ritornati a presidiare i cantieri ancora aperti. Se l’Interporto dovesse rappresentare il futuro di questo territorio, purtroppo al momento, nel futuro prossimo non c’è lavoro. E non ci sono gli stipendi nemmeno dei dipendenti dell’Ise. Un tempo, le conflittualità sulla riapertura dei cantieri era legata ai periodi attesa delle concessioni edilizie e degli atti del Genio Civile. Poi, si è passati all’attesa dell’avvicendamento tra imprese (sottoposte alla rescissione contrattuale) e quelle subentranti (Edimo, Gnarra, Sogesa, Calbit, Cacem). E nemmeno questo supplemento di attesa è bastato: adesso, per effetto delle azioni giudiziali in corso, le banche hanno bloccato le operazioni finanziarie. Quindi, si attende l’esito delle procedure in corso, sebbene l’Ise sia estranea ai fatti in corso di accertamento. Quindi, l’attesa si allunga e la situazione si complica. Si complica per i dipendenti Ise ancora senza stipendio e alle prese con il pericolo della condizione di insolvenza. Si complica tre volte per gli edili disoccupati: sono senza un cronoprogramma di riassunzione; per alcuni cominciano a scadere gli ammortizzatori sociali e le aziende (tipo Edimo) potrebbero abbandonare le commesse. In questo crescendo di complicazioni, la risposta resta una e ferma: presidio ad oltranza dei cantieri.

Redazione