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MADDALONI- Natale in disoccupazione all’Interporto. Natale, sindacalmente problematico, alla Colacem (ex Camentir). Prima che si metta in moto la macchina del triccheballacche e del putipù in versione “Tu scendi dalle stelle”, è un obbligo fare il punto sulla situazione occupazionale, che non solo per condizioni congiunturali, apre un dicembre difficile. Nei giorni scorsi i sindacati confederali hanno incontrato il management della Colacem. A quasi un anno dal closing tra il Gruppo Caltagirone e Italcementi e a otto mesi dalla cessione del ramo d’azienda, si comincia ad intravedere il Piano industriale. E affiorano le preoccupazioni: lo stabilimento di Maddaloni, ad altoforno spento ed estrazione azzerata, dimezza di fatto la sua potenzialità occupazionale. Numeri non se ne fanno ancora. Ma una metà della forza lavoro dovrà essere ricollocata negli altri stabilimenti del gruppo oppure avviata ad un iter di accompagnamento alla pensione o ad un percorso di garanzia che passi attraverso la cassa integrazione. Su questi temi, la mobilitazione sindacale è massima. E il principio in campo è: “Nessuno sarà lasciato da solo”. E’ troppo presto per fare bilanci. Anche perché, in funzione delle decisioni in merito alle eccezioni alla legge Fornero e all’accesso al “pensionamento a quota cento”, per molti potrebbero cambiare le condizioni e le prospettive occupazionali.Il 2019 sarà l’anno della verità: solo tra qualche mese, il quadro sarà più chiaro. Si avranno le cifre esatte e si comprenderà quanti possano essere ricollocati in altri stabilimenti, quanti resteranno a Maddaloni e con quali mansioni, quanti saranno anche assorbiti dal piano di riqualificazione ambientale e quanti potrebbero raggiungere, in totale garanzia, la pensione.Il futuro è tutto da costruire.

bocchetti