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MADDALONI- Se le trattative in corso andranno a buon fine, lo sblocco del conferimento dell’umido potrebbe essere prossimo. Diciamo dietro l’angolo: dipende dai contratti di affidamento. Un fatto è certo: in comune, per la prima volta, è arrivata la disponibilità di una piattaforma per la conferenza della frazione organica dei rifiuti. Chiuso il capitolo, molto controverso delle disponibilità negate, si apre quello della trattative economica e delle modalità di trasferimento e ovviamente dei costi. Su quest’ultimo aspetto c’è poco da trattare: in tempi in cui la domanda di conferimento supera l’offerta dei siti, i costi di un servizio (che in Campania è monopolio del mercato libero e di fatto spazio per un possibile cartello tra privati) è al rialzo. Introvabile un offerta a 170 euro alla tonnellata come era l’appalto con la Fir Ecologia sottoscritto il primo giugno. A trattative in corso, e non concluse, è d’obbligo utilizzare un linguaggio da calciomercato che fa la cronaca dei rapporti contrattuali in divenire: le parti sono in trattativa serrata e vicine alla meta. Si attende l’ufficializzazione mentre si stanno preparando gli atti di affidamento. Nelle prossime ore ne sapremo di più. Ma già c’è una certezza: un minuto dopo la fine della emergenza parziale legata a cause esogene (rapporti con le piattaforme) resta aperta la questione delle crisi “endogena” cioè tutta domestica e maddalonese dei rifiuti. Perchè se l’indignazione è stata corale e trasversale, altrettanto corale non è il pagamento della Tari. Non c’è coralità nel rispetto degli orari di conferimento e nemmeno nella tutela degli spazi pubblici. Ma questo è un altro discorso. Tempo al tempo. Al momento è di scena (e giustamente) la “Maddaloni che chiagne” per i gravi disservizi patiti. Ma è arrivato anche il momento di squarciare il velo sulla “Maddaloni che fotte” quella che non paga e non rispetta le regole elementari della civile convivenza che trasversalmente affratella centro e periferia, benestanti e disoccupati, utenti di civili abitazioni, opifici, studi professionali e commercianti.

Redazione