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Sesto posto per Mahmood & Blanco apparsi sottotono. Sul podio anche Inghilterra e Spagna. In sei milioni e mezzo davanti alla TV

Ucraina!!! Mentre i social si spaccano e l’Auditel vola, Torino si veste di gialloblù per una vittoria dai molteplici significati. Qualcuno in rete parla di successo dal significato politico, altri affidano alla musica un messaggio di pace. Con 6,6 milioni di telespettatori e il 41% di share, i Kalush Orchestra hanno vinto con Stefania l’edizione numero 66 dell’Eurovision Song Contest di Torino! Li avevamo inseriti tra i favoriti in tempi non sospetti (LEGGI IL NOSTRO SERVIZIO DI LUNEDI 9 MAGGIO). In verità erano nostri favoriti per la vittoria da quando si presentarono in febbraio, per la prima volta, al Vdbir il festival della musica ucraino una sorta di Sanremo in salsa ucraina. A questo EuroVision non dovevano nemmeno esserci. Infatti, al Vdbir arrivarono secondi dietro Alina Pash, ma poi la vincitrice si è ritirata per le accuse di aver tenuto concerti in Crimea, che è vietato dal regolamento interno.

I Kalush durante l’esibizione nello scatto di Vincenzo Nicolello

Con la loro partecipazione al contest, i Kalush sono diventati il volto e la voce di una nazione che sta attraversando tempi strazianti. In mezzo a una guerra che tiene il mondo intero con il fiato sospeso e soffre indirettamente, i Kalush hanno deciso che adesso è più importante che mai mantenere la propria posizione, i propri sogni e combattere per ciò in cui credono. Sony Music Entertainment devolverà tutti i proventi netti del brano a un’associazione umanitaria scelta dalla band.

Stefania un misto di folk e rap che cattura subito al primo ascolto e sarebbe davvero ingenoroso pensare che abbiano vinto per una sorta di “pietà” per le vicende belliche in corso. Ricordiamo che il voto dei giudici ha comunque piazzato Stefania in quarta posizione. La per una regola dell’Eurovision dovrebbe essere l’Ucraina ad organizzare l’evento, come lo fu nel 2017 quando l’edizione dell’Eurovision arrivò a Kiev dopo la vittoria di Jamala con 1944 l’anno prima a Stoccolma. Il fatto è che come detto con la guerra in corso non sappiamo se si terrà in Ucraina o da qualche altra parte.

La spagnola Chanel, volto sexy di questo EuroVision (ph.: Vincenzo Nicolello)

Non dispiacerebbe di certo ai fan se si confermasse Torino. Una città che ha dimostrato un’accoglienza esemplare e una Rai che ha organizzato un evento non semplice con sforzi tecnici e tecnologici al massimo dell’espressività. Plauso finale per Laura Pausini, Mika e Alessandro Cattelan che non si siano limitati a fare da collante agli eventi ma hanno preso per mano il pubblico e condotti in questa meravigliosa festa dei popoli.

L’Italia finisce al sesto posto. Una “Brividi” quella di Mahmood&Blanco che è certacemente piaciuta molto ma, allo stesso tempo, ci è sembrata meno “potente” di come fu interpretata Sanremo. Sull’esibizione ha forse pesato un amalgama che i due artisti non hanno potuto esaltare in questi mesi, totalmente assorbiti dai loro tour trionfali e dagli impegni dei rispettivi album ai vertici della classifica. Non è dato sapere se sul voto finale ha pesato la poca disponibilità di Mahmood & Blanco verso fans e stampa con apparizioni ridotte al lumicino, comportamento che all’EuroVision può pesare non poco. Il resto della classifica non ha visto sorprese con il secondo posto della favorita Inghilterra, il terzo della Spagna che ha fatto scatenare il Pala Olimpico e a seguire Svezia e Serbia

Laura Pausini durante la sua esibizione (ph: Vincenzo Nicolello)

Cosa resterà di questo Eurovision? Come detto lo show televisivo è stato all’altezza dell’evento, ma anche la simpatia dei Subwoolfer: che ci sia TIX, che rappresentò la Norvegia l’anno pima, dietro il casco di Dj Astronaut? L’eleganza di Monika Liu dalla Lituania, il “folklore rock ‘n’ roll” dei moldavi Zdob si Zdub e Fratii Advhaov, così come la voce stupenda di Sam Ryder con Spaceman per la Gran Bretagna e quella non meno accattivante di Ochman con River per la Polonia. Ricorderemo il ballo scatenato di Chanel con SloMo per la Spagna e le mani lavate di Konstrakta per la Serbia con la sua In corpore Sano. Le canzoni intimiste e dolci come Suadade di Maro o Die Diepte di S10 e l’energia di Jezebel dei The Rasmus dalla Finlandia e di We Are Domi della Repubblica Ceca.

Ma ricorderemo anche una emozionata Gigliola Cinguetti, forse più emozionata del 1964, nell’interpretare la sua immortale “Non ho l’età“, brano che diede all’Italia il primo successo all’Eurovison quando era ancora EuroFestival. Sempre superbi i Maneskin che i social avrebbero voluto vincitori ancora una volta. Ci piace concludere con in TUTTI A KIEV! per edizione numero 67 dell’Eurovision Song Contest e questo significherà anche il trionfo della pace in quelle terre cui tutti ci auguriamo avvenga al più presto possibile.

STEFANIA: LA CANZONE TRIONFATRICE ALL’EUROVISION 2022

Alfredo Ferrara