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MADDALONI- La ricreazione è finita. Basta con tavoli, summit, incontri sulle esondazioni fognarie in via Cancello. Un tempo erano di moda le audizioni dei consiglieri regionali che adesso, forse per manifesto imbarazzo e oggettiva mancanza di credibilità, si sono rintanati in un religioso silenzio. Prima ancora erano gettonatissime le interrogazioni in Consiglio Regionale e in Parlamento. Fatto l’esposto in Procura contro la mancata sanificazione, dopo l’ultima onda di piena delle acque nere, il Comitato Abc ha presentato pure una denuncia-querela ai Carabinieri. Per saperne di più parliamo con il presidente Fabrizio Crisci.

Fabrizio Crisci

Tutte le strade portano in Procura?

Anche questa volta non sono state rispettate le prescrizioni delle autorità sanitarie per la rimozione delle sabbie contaminate lasciate dalla acque nere. Se ci sarà un responsabile di questo disastro, quindi ci sarà pure un responsabile dell’annesso inquinamento.

Cercate responsabili?

Affatto. Il nostro obiettivo è l’esatto contrario: cerchiamo soluzioni per un problema di protezione civile snobbato, ignorato, sottovalutato.

In che senso?

Un pò come è accaduto con il “Ponte Vapore”. Nessuno era in possesso delle perizie Ctu sui rischi. Per anni, ci siamo sentiti dire che esisteva solo un conflitto di competenze sulla struttura. Acquisiti gli atti nascosti o dimenticati, abbiamo presentato esposto in Procura. E ora, con tempi significativamente celeri, sono scomparsi i conflitti di competenza e si lavora pure alla ricostruzione della struttura. Magie dell’azione di cittadinanza attiva che apre squarci nelle amnesie collettive. Il tempo, in cui tutti di lamentavano ma nessuno sapeva, è finito. Oggi, si ricostruisce il ponte. Lascio ai lettori le valutazioni del caso.

Lo stesso vale per il collettore?

Si, vale lo stesso. Nessuno sa o è documentato sul caso. Poi ci sarebbero i conflitti di competenze e poi le decisioni su chi deve intervenire. Abbiamo presentato una denuncia ai Carabinieri di Maddaloni che segnala e ricapitola il perdurare di disagi e di un disastro ambientale noto da anni. Il nostro obiettivo è aprire un ennesimo varco per approdare ad una soluzione di questa vicenda incresciosa. Come vede non cerchiamo colpevoli, ma soluzioni. La sicurezza, la tutela della pubblica e privata incolumità. la difesa dell’ambiente della salubrità delle matrici ambientali vengo prima e valgono molto di più di fatue attribuzioni di responsabilità. E’ il tempo del fare e non del continuare a blaterare senza costrutto. E questo dovrebbe essere una missione di tutti, trasversale e al di là degli schieramenti.

E non lo è?

No, non lo è. Purtroppo non lo è ancora. Leggo di politici, ex amministratori e aspiranti candidati che si stracciano le vesti per l’erba che cresce sui marciapiedi. Di consiglieri comunali che parlano dei massimi sistemi. Ma nessuno (sindaco a parte) e ripeto nessuno proferisce parola su un problema di Protezione Civile (dico protezione civile) come quello di via Cancello. Nessuno parla, nessuno ricorda, nessuno prende posizione. Ci sarà un perchè.

E perchè?

Forse perchè il grado di compromissione politica, con la stagione della chiacchiere delle promesse vuote e a buon mercato, è alto. Forse perchè è più facile promettere che risolvere i problemi. O forse perchè, dopo tante campagne elettorali sui problemi delle cosiddette periferie dimenticate, la gente ne ha le scatole piene. Servono risposte e non promesse. Speriamo che accada con il collettore quanto sta succedendo con la ricostruzione del “Ponte Vapore”.

Redazione