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Sono la faccia nascosta del ferragosto locale. Senza stipendio e tredicesima. E’ la dura vita dei lavoratori precari impegnati nei servizi di portierato, vigilanza-sorveglianza, reception presso gli uffici aperti al pubblico dell’ente locale. La storia si ripete: prima hanno subito il taglio al monte orario e ore pure la riduzione delle postazioni loro affidate. Hanno ottenuto il «multi servizio» ma loro non vengono affidate mansioni aggiuntive. Da sei mesi poi si attende il nuovo bando di gara. Tutto giace in quel porto delle nebbie amministrative che si chiama Stazione Unica Appaltante. Il Suap, garanzia di legalità, non garantisce tempi celeri e tantomeno certi. Così, l’esternalizzazione dei servizi comunali continua a rivelarsi una palude amministrativa: oltre 20 dipendenti, ancora una volta, sono appesi al filo dei pagamenti in ritardo per mansioni regolarmente svolte. L’ente locale, in qualità di committente pubblico, dovrebbe garantire la massima trasparenza, garanzie e certezze. Invece, non si contano le note, redatte dalla Filcams-Cgil, sulla  «violazione della dignità dei lavoratori» e soprattutto la «rottura unilaterale e immotivata degli accordi sindacali che prevedono l’utilizzo, in attività di portierato, i dipendenti per i quali è stata bandita e aggiudicata una regolare gara d’appalto». Storia di ordinario precariato, taciuto, illuso e corteggiati dai professionisti del consenso locale (oggi in vacanza) e infine abbandonati. E il mistero della gara d’appalto, affidata al Suap, e ancora non giunta a termine continua.

bocchetti