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Riceviamo e pubblichiamo

Credo sia opportuno chiarire la questione delle mascherine che tanto in queste ore sta tenendo banco in città. E non per spirito di polemica. Nè per volontà di contraddittorio. Ma perché ritengo che mistificare la realtà, a mero scopo propagandistico, in un momento storico così delicato, è davvero inopportuno. Andiamo con ordine. Si contesta all’Amministrazione De Filippo di aver comprato mascherine chirurgiche protettive, a prezzo “maggiorato” (circa 2.50 € + IVA all 22%) e per di più presso un rivenditore sito a Parete. Ebbene. Questa la ricostruzione data da alcuni esponenti della opposizione cittadina. La realtà è un tantino diversa. L’ordine per l”acquisto delle mascherine non è di ieri. Risale al 13 Marzo scorso. Un mese fa praticamente. In un periodo in cui le mascherine, di qualsiasi tipo, erano assolutamente INTROVABILI. E quelle in commercio erano vendute a prezzi esorbitanti. Ricordo a me stessa che in quei giorni alcuni cittadini maddalonesi hanno denunciato a mezzo social di aver riscontrato un prezzo al dettaglio tra i 5 e i 7.50 euro. A Maddaloni come nel resto di Italia, al punto tale da ritenersi indispensabile in più occasioni l’intervento della Guardia di Finanza. Le mascherine acquistate dalla Amministrazione De Filippo, in numero di 1000, sono state destinate agli operatori impegnati in quei giorni assai difficili: Polizia Municipale, Volontari della Protezione Civile, dipendenti comunali, appartenenti alle Forze dell’ordine impegnati sul territorio. Essendo mascherine monouso, si è provveduto ad acquistarne in numero necessario per fronteggiare l’emergenza dei giorni a venire. È giusto il caso di sottolineare che un parziale sblocco delle esportazioni dei DPI dai Paesi produttori si è avuto soltanto con i DPCM del 17 e del 22 Marzo. Gli stessi DPCM che hanno incentivato la produzione autoctona di mascherine in tessuto da parte di aziende del settore ed in deroga alle normative vigenti. Proprio perché le mascherine servivano. Ma non c’erano. Per la questione della società di Parete che è stata destinataria dell’ordine, la questione si fa ancora più incredibile per il modo in cui è stata raccontata. Nessuna volontà di privilegiare uno piuttosto che un altro. Nè di “mortificare” l’economia cittadina. Semplicemente l’Amministrazione Comunale ha avuto come giusto interlocutore la Farmacia Comunale presente sul nostro territorio. Se la società cui fa riferimento la Farmacia Comunale è di Parete, non credo possa essere motivazione da attribuire come colpa al Sindaco e alla Giunta, che hanno semplicemente cercato di tutelare la città ed i cittadini da eventuali possibilità di contagio nel rapporto quotidiano con chi sta gestendo questa emergenza senza conoscere più né giorno né notte. È giusto una ulteriore volontà di chiarezza e trasparenza ricordare che un mese fa non erano presenti sul nostro territorio né imprenditori né rivenditori in grado di soddisfare, in appena 3 giorni, importanti richieste di mascherine. Solo negli ultimi giorni, a seguito delle facilitazioni ministeriali, è possibile reperire un numero maggiore di DPI, che il buon cuore di qualche nostro imprenditore locale sta già mettendo a disposizione degli operatori impegnati nella quotidiana gestione dell’emergenza COVID-19. Al Sindaco, ai volontari, alle Associazioni, alla Protezione Civile, alle Forze dell’ordine, ai Consiglieri ed Assessori uniti in questa dura prova che sta affrontando la nostra comunità, va un pensiero affettuoso di ringraziamento. A chi invece parla senza sapere, va il rammarico per un’altra preziosa occasione persa nel mostrare alla città un senso di solidarietà e di appartenenza che nulla ha a che fare nè con le velleità personali nè con i colori politici. Piuttosto che puntare sempre l’indice contro chi sta proteggendo la propria comunità, utilizzate la vostra penna e la vostra verve polemica per chiedere al Governo e alla Regione di garantire loro, come dovrebbe essere, quei dispositivi di protezione indispensabili per assicurare un minimo di tranquillità in una circostanza così eccezionale. È a loro che dovete chiedere risposte. Che dovete chiedere conto e ragione della precarietà in cui i nostri eroi sono costretti a lavorare. Non a noi.

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Redazione On Line