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MADDALONI- Rifiuti non rimossi o rimossi in ritardo. Il sistema di raccolta non funziona. Lo scriviamo e lo riscriviamo. Ma nulla cambia. Rientrato lo stato di agitazione (fissato per lunedì 30 settembre) restano irrisolti i problemi organizzativi. Dopo il sequestro di un compattore (che perde percolato) e l’allontanamento del bilico, manca il numero dei camion sufficienti per garantire il giro completo delle navette; il trasbordo completo dei rifiuti presso l’ex Foro Boario, il giro di riassetto. Insomma, non si riescono a rimuovere tutti i rifiuti su tutto il territorio. Basta fare un giro e si nota che in molte zone la rimozione è avvenuta in ritardo. In alcune (area via Santacroce, via Pignatari) non c’è stata proprio. Senza mezzi, i tempi del servizio di sono allungati a dismisura: si arriva di nuovo alla rimozione fino alle 12, 13 di ogni giorni. E’ saltato il sistam di orario flessibile che assicurava, sfruttando al meglio le ore notturne (in funzione delle esigenze di rimozione) la completa copertura e un rimedio alla mancanza di compattatori. Invece, si è tornati al punto di partenza. E ora, oltre alla città sporca, c’è un problema in più: la disparità di trattamento tra il personale. C’è chi viene utilizzato di notte e, terminato il giro, va via. C’è chi arriva a lavoro alle quattro, con un orario altrettanto flessibile, e va via in funzione dell’esaurimento del compito assegnato. E poi ci sono gli spazzini, impiegati dalle sei fino alle 12.30. Solo per loro, c’è il turno pieno. Da qui, l’interrogativo sul manacato utilizzo del budge marcatempo. Se l’orario deve essere flessibile, come strategia vincente per tenere pulita la città, lo deve essere per tutti. E poi c’è un interrogativo irrisolto grosso come una casa: ma la flessibilità dei turni si tradurrà in una accordo sindacale alla luce del sole oppure rimarrà una misura concepita per meglio gestire l’emergenza e la raccolta? L’interrogativo è sempre lo stesso: ma se dovesse saltare la tregua tra azienda e lavoratori salta utto? Si torna al contratto che prevede un turno unico dalle sei alle 12,30? E quindi c’è il rischio che ritorna l’emergenza raccolta? Al momento, non c’è risposta e non ci sono certezze. Tranne quella che il servizio funziona ma non secondo i canoni degli standard di qualità che sarebbero necessari. E per non farsi mancare nulla nel 2020 arriva inevitabilmente il rincaro della Tari. Una riorganizzazione non codificata del servizio potrebbe ritorcerci contro il territorio. La recente emergenza raccolta è un monito e non può essere dimenticata…

Redazione