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MADDALONI- Il tabù dell’ospedale compie quattro mesi. Sono passati per l’esattezza 126 giorni da quando la maggioranza (apparentemente granitica) e l’opposizione (apparentemente variopinta) hanno votato il documento unitario sull’ospedale. Dopo la solita caciara, la zuffa e la lettura di documenti copiati e incollati, il mutismo trasversale affratella gruppi consiliari ponti ad abbaiare, gli uni contro gli altri armati, su tutto: dal sesso degli angeli alle catastrofi contabili e amministrative presenti, passate e future (tenendosi sempre lontani dalle bancarotte all’attenzione della magistratura). E domani, sul rendiconto gestionale potrebbe esserci l’ennesimo teatrino. Ma statene certi, non una parola sarà detta sull’emergenza dei servizi sanitari territoriali: dal distretto all’ospedale. Nè in aula, nè a mezzo stampa e nè a mezzo veline. Perchè tanto silenzio? Eppure è strano poichè in Consiglio vi sono partiti che annoverano tra le loro fila manager di primo piano nell’Asl e poi ex dirigenti di lungo corso, medici in carriera e sanitari di strutture pubbliche e private. Insomma, addetti ai lavori che avrebbero tanto da dire. Invece, tutti muti. Vuoto pneumatico sul piano ospedaliero, zero parole sui lavori di ammodernamento dell’ospedale ancora non decollati (Pronto Soccorso, camera calda, microclima nella sale operatorie), nessuna protesta sulla tinteggiatura della facciata del nosocomio lasciata a meta. E potremmo continuare a lungo. Forse romperanno il silenzio dopo le europee? Vedremo. Una ultima notazione: per onestà intellettuale il sindaco De Filippo ha chiesto, con due note distinte, la convocazione del tavolo istituzionale sull’ospedale a Stefano Graziano, presidente della commissione sanità della Regione. E al momento, anche su questo fronte, vi è silenzio. Ci consoleremo con una nuova polemica. Bisogna pure far passare il tempo in qualche modo…

Redazione