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Dialogo con il segretario cittadino del Pd Alfonso Formato sui rapporti con le opposizioni e i problemi del territorio.

Quale è il bilancio del primo appuntamento di “Maddaloni Bene comune” alla luce delle defezioni di alcuni gruppi di opposizione?

Ogni volta che la politica si impegna per garantire partecipazione, confronto e proposte il bilancio del proprio operato non può che recare segno positivo. Ciò non vuol dire che le cose non si possano fare comunque meglio, sia chiaro. Siamo soddisfatti di questo primo appuntamento di “Maddaloni Bene Comune” perché c’è stata partecipazione vera, interessata e non coartata. Proveremo ovviamente a migliorarci ancora di più per i prossimi appuntamenti: siamo un cantiere aperto e l’obiettivo è quello di rendere queste assemblee un appuntamento fisso. Saremmo ovviamente contenti e pronti a condividere questa prospettiva anche con la restante parte della minoranza.

E’ possibile, in questa consiliatura, pensare ad un coordinamento o collaborazione tra le opposizioni?

Più che di “opposizione”, parlerei di “minoranza”. A distinguerci dall’amministrazione non è una linea di opposizione strumentale, ma una diversa visione della città, oltreché percorsi politici e personali assolutamente distanti tra loro. Insieme alle altre forze sconfitte alle ultime amministrative, rappresentiamo una proposta politica che al momento è minoritaria. Il nostro impegno non può che essere teso a radicare la nostra proposta politica in città e farla diventare “maggioranza”. Da tempo ho manifestato ai coordinatori delle altre forze di minoranza la necessità di dotarci di un assetto organizzativo che ci consenta di confrontarci con regolarità sulle questioni che riguardano il governo cittadino. Purtroppo fino ad ora non ci siamo riusciti, ma la mia disponibilità resta immutata e sono fiducioso sul fatto che con un po’ di buonsenso potremmo riuscirci a breve.

Vi hanno rimproverato di non essere alternativi al sindaco De Filippo. Che risponde?

Mi verrebbe da rispondere con uno dei brocardi latini, tra l’altro tanto cari al sindaco: “excusatio non petita accusatio manifesta”. Scherzi a parte, mi piace pensare che si sia trattato di uno scivolone e nulla più. Anche perché gli elementi addotti a supporto di questa convinzione mi paiono davvero molto deboli, per non dire altro. Le mancate dimissioni di Campolattano dalla carica di segretario dell’ufficio di presidenza, che a questa carica è stato eletto con i voti di una parte della sola minoranza, è un fatto squisitamente formale e nulla più. Sulla costituzione del Comune come parte civile nel procedimento che vede tra gli imputati lo stesso sindaco non abbiamo mai detto di essere contrari, anzi. Ma questo non vuol dire che prima di assumere una decisione non ci si debba confrontare col circolo. Noi quanto meno siamo abituati a fare così. La polemica per quanto ci riguarda è chiusa qui. Anche perché i toni forti utilizzati certamente non rappresentano un bello spettacolo per i maddalonesi, che sono stanchi delle chiacchiere e vorrebbero una politica più risolutiva.

Francamente, non è paradossale che molti che si rivedono nel Pd nazionale poi sul territorio non hanno rinnovato la tessera e stanno fuori dal Pd. Che pensare di fare?

E’ sicuramente una situazione difficile da comprendere, anche perché si manifesta un po’ ovunque sui territori. E’ certamente un campanello d’allarme sullo stato di salute dell’organizzazione del partito, che mi auguro riusciremo a risolvere in assemblea nazionale. E’ arrivato il momento di mettere mano ad una revisione dello statuto e del regolamento: non possiamo più credere che tutto sia basato sulla sottoscrizione della “tessera”, men che meno se costa ben 30 euro come quella per il 2019. Ed è anche per questo che abbiamo deciso di aprire una discussione con tutti quelli che si ritengono vicini a noi. Confrontiamoci sui problemi della città ed i dissidi e le incomprensioni verranno sostituiti da iniziative politiche e proposte. Il nostro è un circolo aperto ed inclusivo, alle nostre riunioni tuttora partecipano anche persone che nell’immediato passato non hanno condiviso il nostro percorso. C’è spazio per tutti e la tessera non è di certo un problema.

Redazione