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Stamattina a Roma, presso la Direzione centrale della polizia criminale, si è svolta la cerimonia di inaugurazione e intitolazione, al dirigente generale Ilio Corti, della nuova sala C-SOC (Cyber Security Operations Center) all’interno del Servizio per il Sistema informativo interforze. Ilio Corti, con il suo pensiero lungimirante nel contrastare il crimine avvalendosi della tecnologia, ha contribuito alla fondazione del Centro elaborazioni dati del ministero dell’Interno e successivamente ne è stato il direttore. La nuova sala operativa, una struttura d’avanguardia, si dovrà preoccupare di gestire la sicurezza delle banche dati interforze da eventuali malfunzionamenti sia da attacchi informatici attraverso un complesso sistema di controlli e allarmi gestiti da software e operatori specializzati nell’analisi del funzionamento dei Sistemi. La funzione del C-SOC è perciò quella di vigilare sulla sicurezza dei sistemi informativi presenti nella Direzione centrale della polizia criminale, affinché i milioni di informazioni possedute (sui documenti, sulle persone, sui veicoli, sulle tracce) siano adeguatamente protette; nello stesso tempo garantisce la protezione dei dati personali per evitare che questi vengano dispersi. Alla cerimonia, accolti dal capo della Polizia Lamberto Giannini, erano presenti il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Franco Gabrielli. Il ministro Lamorgese, insieme ai figli del dirigente Corti, Maria Consolata e Giovanni, ha proceduto alla scopertura della targa del C-SOC e ha consegnato loro i decreti di intitolazione della Sala. Il ministro ha quindi tagliato il nastro inaugurale che ha dato il via all’evento. Dopo la visione di un video esplicativo sulle attività svolte dal C-SOC, hanno preso la parola il vice direttore generale della Pubblica Sicurezza, direttore centrale della Polizia criminale Vittorio Rizzi: “Se in passato il rapporto tra sicurezza e privacy veniva visto come un gioco a somma zero, perché si riteneva che ai maggiori livelli dell’una corrispondevano più pesanti intrusioni nella sfera personale, la sfida che oggi ci aspetta è molto più complessa, dove invece sicurezza e protezione dei dati possono convivere secondo un principio più generale e consapevole di responsabilità, perché ad un più alto livello di sicurezza corrisponda anche un più alto livello di protezione dei dati personali.” Ha poi proseguito il direttore dell’Ufficio per la sicurezza Stefano Moni. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha tenuto l’intervento conclusivo: “Questa sala, che oggi inauguriamo, ha come obiettivo principale la tutela della privacy dei cittadini. Le attività delle Forze di polizia non si insinuano nella riservatezza della vita quotidiana dei cittadini bensì operano per la tutela dei loro diritti fondamentali tra i quali rientra la protezione dei dati sensibili, che vengono gestiti per finalità di pubblica sicurezza. Il dott. Corti è stato un precursore e se oggi siamo qui è anche grazie all’intuizione che lui ha avuto molti anni fa, quando tecnologia e informatica non avevano l’importanza che hanno oggi.”  
Fonte: Sala Stampa Polizia di Stato

Redazione On Line