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MADDALONI- Addio pedemontana. Almeno così come la strada panoramica, da 40 anni catalizzatore di tutti i ragionamenti sull’accessibilità ( rigorosamente in auto) al centro storico pedemontano, scompare anzi muta tracciato e impatto ambientale. L’urbanistica non è una scienza statica. Anzi dinamica, coglie l’evoluzione del territorio e le nuove sfide epocali. Via il vecchio e insostenibile tracciato della pedemontana così come è stato ipotizzato nella prima bozza preliminare configgente con le direttive del Dlgs 42 del gennaio 2004 (articolo 13 comma 13 lettera a). Al posto di un tracciato che impattava sull’area contenuta nella cinta muraria (parco, castello e Torri con annesse pertinenze al vincolo diretto). Nella fattispecie, la norma del Codice dei beni culturali e ambientali chiarisce: il complesso fortificato è da considerarsi tra “le cose immobili e mobili che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico particolarmente importante”. Insomma, un’opera poco sostenibile. Cambia il territorio e cambiano le opportunità. La pedemontana c’è ancora ma il suo tracciato si inserisce in un contesto di alta sostenibilità ambientale. Cogliendo giustamente l’opportunità delle futura dismissione della strada ferrata Caserta-Maddaloni Superiore, sarà questa tratta a rappresentare la struttura di penetrazione viaria al centro storico. Ovviamente si tratta di un progetto tutto da sviluppare e che il Puc (che disciplina il territorio che verrà) non poteva non cogliere. C’è chi parla di pista ciclabile, chi strada carrabile, chi ancora di tratta ferroviaria locale, Si vedrà. Rimosso un problema non secondario: la sostenibilità di un’opera che sfondava in due zona la cinta muraria, utilizza il parco del castello per un parcheggio sotterraneo fino ad impattare altamente sull’area pedemontana, sui versanti e su fronti in frana instabili.

Redazione