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Angelo Campolattano, subcommissario del PD Maddaloni
Matteo Renzi si riconferma padrone assoluto del Partito Democratico con una vittoria schiacciante alle primarie per la scelta del segretario dei democratici. L’ex Presidente del Consiglio ha sbaragliato la concorrenza conquistando il 70% dei consensi, relegando al 19,5% Andrea Orlando ed al 10,5 Michele Emiliano.

La nota stonata nello spartito renziano la suona però la federazione della Provincia di Caserta, dove col 38,42% Renzi raccoglie poco più della metà di quanto fatto sul piano nazionale.
Ancora più critico il dato nella città di Maddaloni, unico grande centro della provincia al voto alla tornata dell’11 giugno, dove la mozione di Renzi si ferma al 28%.
A dire la sua a riguardo è lo storico dirigente calatino Angelo Campolattano, autentico mattatore di giornata con i 535 voti raccolti a sostegno della mozione di Michele Emiliano, la più votata in città col 40% dei consensi (buono anche il risultato di Orlando al 32%).
«I numeri di questa campagna congressuale ci dicono in maniera chiara che il Partito Democratico in provincia di Caserta ed a Maddaloni è letteralmente imploso – ha commentato Campolattano -. Ho sostenuto con convinzione la candidatura di Michele Emiliano per affermare la necessità di superare l’idea di un partito in cui i problemi possano essere risolti da commissariamenti insensati e dannosi. Mi auguro che Renzi colga il messaggio che gli arriva da Terra di Lavoro: bisogna ricostruire tutto, puntando alla valorizzazione della nostra comunità e superando la logica della legittimazione ‘verticale’ e dei caminetti. È per queste ragioni – conclude Campolattano – che, oltre a ringraziare i tanti che hanno valorizzato il mio impegno a sostegno della mozione di Emiliano, mi auguro che possano esserci tempi brevi sia per il congresso provinciale che per quello cittadino, per garantire alla nostra organizzazione delle guide politiche reali e legittimate. Soffro nel sapere che in provincia di Caserta ed a Maddaloni ci sono tanti democratici e tanti giovani che, in maniera per altro legittima, non si rivedono più nei percorsi intrapresi dal Partito Democratico. Sono difficoltà che non possiamo più far finta di non conoscere e la cui risoluzione rappresenta una priorità assoluta».
bocchetti