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Trentuno anni di presidenza e 29 trofei che hanno condotto il club rossonero a diventare una delle società più titolate del mondo

Imprenditoria, televisione, politica e sport. Quando si menziona il nome di Silvio Berlusconi non si può evitare di pensare anche al calcio, al “suo” Milan, acquistato nel 1986 quando era sull’orlo del fallimento. Pochi ma precisi obiettivi: divertire, vincere e convincere; rendere i rossoneri la squadra più forte del mondo; il Milan doveva piacere a tutti, non solo ai milanisti.

Trentuno anni di presidenza che hanno condotto il club rossonero a scrivere pagine calcistiche storiche e indelebili, fino a diventare una delle società più titolate del mondo. Missione compiuta, dunque. Alla fine, quando nel 2017 il Cav cederà il Diavolo al cinese Yonghong Li, saranno 29 i trofei messi in bacheca nel corso della sua era.

Tutto comincia quando decide di affidare la panchina ad Arrigo Sacchi, reduce dai buoni risultati ottenuti a Parma. Con l’allenatore di Fusignano arrivano uno scudetto, due Coppe dei Campioni, due Intercontinentali e due Supercoppe europee. E poi il binomio con Adriano Galliani, che da amministratore delegato risulta fondamentale per le vittorie del club, tant’è che con Berlusconi si ritroveranno ad acquistare il Monza, conducendolo per la prima volta in Serie A. Ottimo il campionato dei brianzoli guidati da Raffaele Palladino.

È lo scudetto del 1988 vinto contro il Napoli di Maradona il primo trofeo dell’era Berlusconi, seguito nell’anno successivo dal successo in Coppa dei Campioni: 4-0 alla Steaua Bucarest il 24 maggio a Barcellona. Poche settimane più tardi arriva anche la Supercoppa italiana, battendo 3-1 la Sampdoria. La stagione 89/90 si apre con la vittoria della Supercoppa Europea sul Barcellona, mentre contro l’Atletico Nacional il Milan alza la Coppa Intercontinentale a Tokyo il 17 dicembre. Bis in Coppa Campioni: un gol di Rijkaard decide la finale contro il Benfica. Secondo trofeo consecutivo nella competizione per Berlusconi, il quarto nella storia dei rossoneri. Arriveranno un’altra Supercoppa Europea (contro la Samp) e ancora l’Intercontinentale, 3-0 ai paraguaiani dell’Olimpia Asuncion.

L’era Capello

Arrigo Sacchi diventa CT della Nazionale, al suo posto Berlusconi sceglie Fabio Capello. E non smette di vincere. Nel 1992 ecco il 12° scudetto del club, il secondo della sua presidenza, poi la Supercoppa italiana battendo 2-1 il Parma. Delusione nella stagione 1992/93, con la sconfitta in finale di Champions League (anno della nuova denominazione) contro il Marsiglia. Ma c’è la prima edizione della Supercoppa italiana disputata all’estero: a Washington un gol di Marco Simone stende il Torino.

Il campionato 1993/94 vede il record d’imbattibilità di Sebastiano Rossi (929 minuti), superato poi 22 anni dopo da Gianluigi Buffon. Quattordicesimo scudetto, e poi la notte magica di Champions ad Atene, quando il Milan rifila un 4-0 al Barça di Cruyff. Non finisce qui: il 28 agosto 1994, ai rigori contro la Samp, i rossoneri vincono la terza Supercoppa italiana consecutiva.

Il 16° trofeo targato Berlusconi arriva dopo il doppio confronto con l’Arsenal nella Supercoppa europea: 0-0 ad Highbury, 2-0 a San Siro con Boban e Massaro. Ma nella stessa stagione c’è la sconfitta nella finale di Champions, persa contro l’Ajax. Nell’ultimo anno di Capello – stagione 1995/96 – il quindicesimo scudetto della storia rossonera. Sul 16° c’è invece la firma di Alberto Zaccheroni, dopo la super rimonta sulla Lazio nella parte finale del campionato

L’era Ancelotti

È il 5 novembre 2001 quando Carlo Ancelotti sostituisce Fatih Terim sulla panchina del Diavolo. Con l’ex allenatore di Parma e Juventus i rossoneri tornano a inanellare trofei su trofei. Stagione 2002/03: prima la Coppa Italia (sconfitta la Roma), poi il trionfo in Champions sulla Juventus nella finale tutta italiana di Manchester – quarta Champions per Berlusconi.

La quarta Supercoppa europea del Milan (e del Cavaliere) arriva il 29 agosto 2003: basta Shevchenko per superare il Porto di Mourinho. Sconfitte invece – sempre ai rigori – per quanto riguarda la Supercoppa italiana e la Coppa Intercontinentale, rispettivamente contro Juve e Boca Juniors. Il 2 maggio 2004 arriva lo scudetto numero 17, il settimo per Silvio Berlusconi, e dopo 10 anni torna in bacheca la Supercoppa italiana. Indimenticabile invece la sconfitta in Champions nella clamorosa finale persa contro il Liverpool ad Istanbul.

Tre anni più tardi, il 23 maggio 2007, la rivincita sui Reds: doppietta di Pippo Inzaghi e settima Champions League per i rossoneri, cinque delle quali vinte con Berlusconi presidente. Sempre quell’anno arriva la Supercoppa europea contro il Siviglia, mentre a Yokohama il Milan festeggia il Mondiale per club dopo il 4-2 al Boca Juniors. È l’ultimo trofeo conquistato dai rossoneri con Ancelotti.

Arriva Max

Con l’arrivo di Massimiliano Allegri, Berlusconi può festeggiare il suo ottavo scudetto, il 18° nella storia rossonera. Il 6 agosto 2011, a Pechino, nel derby contro l’Inter, il Diavolo vince la sesta Supercoppa italiana. Ma non l’ultima dell’era del Cav: l’ultimo titolo del Milan berlusconiano è ancora la Supercoppa italiana del 2017. In panchina c’è Montella che a Doha supera ai rigori la Juventus.

In totale:

  • 8 Scudetti
  • 1 Coppa Italia
  • 7 Supercoppe italiane
  • 5 Champions League
  • 2 Coppe Intercontinentali
  • 5 Supercoppe Uefa
  • 1 Mondiale per club
Luigi Ottobre