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MADDALONI- Sorpresa, grande sorpresa, autentica meraviglia. Il Tar respinge la richiesta dell’Enel Produzione Spa di cancellare i pareri negativi espressi, nel 2011 e successivamente nel 2012, in sequenza dal comune di Maddaloni, dalla Regione Campania e dalla Provincia di Caserta avversi all’ampliamento del sito produttivo. Meglio tardi che mai. Ma c’è un dettaglio enormemente più rilevante della sentenza stessa: nel frattempo è cambiato il mondo. Per farla breve, la dismissione è andata avanti così come l’avvio delle procedure di caratterizzazione del sito e le analisi di eventuali inquinamenti (falda e suolo) ovvero l”Analisi di Rischio Sanitario e Ambientale, imposta dalla Regione Campania a partire dal 2014. Adesso, la Turbogas è inserita nel «progetto Futur-E» (che coinvolge 23 ex siti produttivi in tutta Italia) e sarà uno dei primi siti in cui si realizzerà la transizione energetica verso modelli di sviluppo sostenibile. La sentenza fotografa un contenzioso e parla di un progetto archiviato da tempo. Pertanto, più che parlare del passato che non c’è più, urge fare il punto sul presente e soprattutto sul futuro ancora da costruire con l’assessore all’ambiente Salvatore Liccardo.

Salvatore Liccardo

Ma che valore ha questa sentenza visto che con Enel il comune si sta confrontando su progetti di riconversione «green power»?

Carte alla mano e alla luce dei nuovi progetti in campo, nessun valore. Ma, sebbene tardivo, è un riconoscimento delle buone ragioni del comune, delle amministrazioni e delle associazioni locali che si sono battute all’epoca contro l’ampliamento.

Stiamo parlando di un’epoca ormai passata….

Il termine epoca è quello più adatto. La centrale Turbogas di via Ficucella fu trasformata in metano all’epoca della diversificazione energetica. Dopo la dismissione, fu richiamata in servizio all’epoca del “Piano Scarioni” come impianti di riserva. Adesso, le strategie nazionali sono cambiate. Se per la Turbogas si sarà un futuro è legato al progetto di fattibilità per la «produzione di energia da fonti rinnovabili di tipo fotovoltaico» mediante stoccaggio in batterie e accumulatori per il bilanciamento di rete.

Stiamo parlando di una «vita completamente green» altro che ampliamento. Ma da cosa dipenderà?

Dall’ultimo confronto con Enel è emerso che pende, presso Terna, la richiesta di fattibilità di una produzione fotovoltaica. Se il progetto sarà ritenuto energeticamente fattibile e conveniente si passerà ad una fase di progettazione esecutiva. E’ evidente che è una storia completamente diversa da quella a cui fa riferimento la sentenza che cristallizza una vicenda ferma al 2011 e 2012.

Sembra che il comune non sia avverso ad una riconversione green?

Sui principi non si può essere contrari. Ma il nostro approccio è molto pragmatico: la riconversione al fotovoltatico e lo stoccaggio di energia non può non coincidere con un preventivo riconoscimento di royalties o comunque di qualsivoglia forma di ristoro per il territorio.

Ma non Enel, in questi ultimi cinque anni, ci sono stati momenti di divergenza ben più sostanziosi. Per esempio, sull’inquinamento del sito…

Negli ultimi incontri, sono state fornite ampie rassicurazioni: i dati, già recapitati alla Regione Campania, indicherebbero una presenza di contaminanti inferiori alla concentrazione soglia di rischio (Csr)». 

In concreto, i tassi di idrocarburi (Triclorometano, Dicloroetilene e Tetracloroetilene), metalli pesanti (manganese) e alifatici clorurati non cancerogeni, come già è emerso nel 2015, rileverebbero concentrazioni contenute nel suolo e un’assenza di «rischio sanitario per i lavoratori del sito e per la falda»?

E’ quanto spiegato dalla responsabile iter caratterizzazioni e bonifiche, dal referente affari territoriali Campania di Enel Produzione, il tutto in attesa che la Regione certifichi definitivamente che il «sito, ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche, risulta non contaminato».

Redazione