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Foto: © SSC Napoli
Il tecnico azzurro parla in conferenza stampa nel post match dopo il successo per 2-0 sul Cagliari: “Quando vedo i giocatori che hanno la qualità ma non mettono tutto divento una belva“. Insigne: “Pensiamo a lavorare, la strada è lunga. Fa ancora male il mancato accesso in Champions League dell’anno scorso

Sei su sei: 2-0 al Cagliari e primo posto in classifica con 18 punti. Il Napoli prosegue il suo cammino di inizio stagione superando i sardi senza patemi. È ancora Osimhen a sbloccare in avvio il risultato – come contro Udinese e Sampdoria -, messo al sicuro dal rigore trasformato da Insigne nella ripresa. Mattatore della serata è proprio il nigeriano, incontenibile per 90 minuti, ma sono tutti gli azzurri a non lasciare scampo ai rossoblù. “Il modo migliore per festeggiare le 400 presenze col Napoli era vincere e fare gol, ci siamo riusciti”: così parla Lorenzo Insigne subito dopo il match.

“Dobbiamo restare con i piedi per terra, abbassare la testa e lavorare. La strada è molto lunga. I cori per me? Un’emozione indescrivibile, l’ho sempre sognato e sto cercando di ripagare la fiducia con le mie prestazioni. La numero 10? Non si tocca, è stata la maglia di una leggenda, ci ha portato sul tetto del mondo e ci ha fatto sognare. È una maglia che non si può toccare, è del nostro idolo. Il mister cerca di farci divertire e lavorare, si vede in campo. Da capitano dico che bisogna stare tranquilli, la strada è molto in salita. Fa ancora male il mancato accesso in Champions League dell’anno scorso. Somiglianze col Napoli di Sarri? Sono due squadre diverse, con due allenatori diversi. Cerchiamo di esprimere il gioco che ci chiede Spalletti, sapeva che eravamo un po’ delusi per la partecipazione in Champions e lui ci sta tirando su”.

Ai microfoni di DAZN parla anche Zielinski: “Sta migliorando la mia condizione, la mia caviglia ancora non è al top ma riesco a giocare. La mia posizione? Sia mezz’ala che trequartista, sul primo gol Osimhen è stato bravo ad attaccare lo spazio dopo il mio assist. Lo scudetto? So cosa significa vincerlo, è il sogno della squadra e della gente vincerlo, ma i conti si fanno alla fine. Spalletti ci sta dando la sua esperienza e la sua sicurezza, proviamo a imporre il gioco che ci chiede”.

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SPALLETTI: “CRESCERE IN MENTALITÀ E PERSONALITÀ”

Il tecnico azzurro in conferenza stampa: “I numeri vanno bene fino ad un certo punto, già in passato si sono verificati casi in cui alla fine si è perso. Abbiamo qualità per andare a chiudere le partite, ma oggi si arrivava al limite dell’area senza riuscire a stanarli. Il primo posto? C’è potenzialità, ma bisogna ancora crescere. Buona la partita di stasera perché l’abbiamo sempre gestita, ma occorreva chiuderla prima. Soprattutto quando dobbiamo crescere in mentalità e personalità. Serve restare sul pezzo, ci sono ancora squadre che devono venir fuori.

Anguissa? Venendo dalla Premier è chiaro che ha caratteristiche come la fisicità, la corsa, in questo modo ci completa. Ma anche anche la capacità di essere uomo spogliatoio, di analizzare la squadra avversaria. È ragazzo tenero, subito ha fatto amicizia con tutto il gruppo. La rosa profonda? Chi non si sente titolare quando subentra, non può esserlo nemmeno dall’inizio, perché difetta in personalità. Oggi ci sono 5 cambi, per cambiare una partita bastano anche 10 minuti: è lì che devono fare la differenza. Ci sono tante partite, si gioca ogni 2-3 giorni. Ci vogliono i calciatori che si sono allenati bene, non quelli che hanno la puzza sotto il naso perché non hanno giocato la partita precedente. Io mi sono sempre fatto il mazzo, per questo ho vinto anche contro squadre più forti. Quando vedo i giocatori che hanno la qualità ma non mettono tutto divento una belva”.

Luigi Ottobre