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Un anno fa ci lasciava Gigi Proietti e possiamo tranquillamente dire che il dolore ancora non ci passa. Il Maestro andò via con l’ultima mandrakata: morire nel giorno del suo ottantesimo compleanno. Nascere e morire lo stesso giorno, proprio come William Shakespeare di cui Proietti è stato straordinario cantore nell’emozionante avventura del Global Theatre. Quel 2 novembre 2020, mentre ci accingevamo a scoprire l’Italia divisa in zone colorate e a vivere nuovi mesi di lockdown, arrivava la tremenda notizia della morte di uno dei più amati ed importanti protagonisti dello spettacolo italiano (LEGGI QUI IL NOSTRO SERVIZIO DI UN ANNO FA). L’annuncio sconvolse tutti anche se era drammaticamente nell’aria. Nonostante il grande riservo della famiglia, la preoccupazione che il cuore debole di Proietti avesse iniziato a peggiorare trapelava già da qualche giorno. Il cordoglio delle istituzioni, del mondo dello spettacolo ma soprattutto della gente comune fu enorme ed incondizionato. Non ci fu divieto di assembramento che riuscì ad evitare il riversarsi tra le strade di un affetto spontaneo, sincero e con pochi eguali. “Mè viè da piagne ma che sarà…Ciao Gigì esempio di romanità”. Recitava così uno striscione all’esterno della Chiesa degli Artisti nel giorno dell’ultimo saluto al Maestro. Perché Gigi Proietti è stato proprio questo, l’amico di un popolo che per mezzo secolo ha affidato alle sue battute, alle sue smorfie e alle sue maschere, l’identità più profonda che andava rincarnandosi nei suoi monologhi, nei suoi spettacoli, nei suoi personaggi, nelle sue barzellette, nei suoi straripanti successi teatrali e televisivi. “A me gli occhi please” è stato allo stesso tempo manifesto e testamento di un gigante della scena che si è sempre vantato di aver insegnato agli altri i suoi difetti.

Uno striscione dei tifosi della Roma apparso durante i funerali

Ad un anno dalla sua scomparsa continuiamo a chiederci quale possa essere l’eredità più grande lasciataci da Mandrake. Più ci pensiamo, più troviamo una sola risposta: la formazione. Gigi Proietti è stato un maestro straordinario, dietro le quinte come sulle scene. Il suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche, fondato nel 1978, a sue spese, nel Teatro Brancaccio di Roma, è stato palestra di crescita umana prima ancora che artistica. Inutile citare tutti i ragazzi di bottega diventati grandi protagonisti di cinema, teatro e tv, (Enrico Brignano, Paola Tiziana Cruciani, Giampiero Ingrassia, Flavio Insinna, Rodolfo Laganà, Gabriele Cirilli, Edoardo Leo, Francesca Reggiani, Elena Sofia Ricci, Giorgio Tirabassi, Massimo Wertmuller), abituati a sentirsi chiamati in causa, come una filastrocca, ogni volta che si parla formazione proiettiana.  Proietti ha insegnato a tanti ragazzi ad avere fiducia in sé stessi, ad affrontare la vita sempre con una battuta in tasca, ad essere attori sul grande palcoscenico della vita, a diffidare di chi non ride mai. Chi ha vissuto nel suo culto è oggi sicuramente una persona migliore al di là se riempi i teatri come Brignano e se sei impiegato al catasto.

Quattro delle infinite facce di Proietti: da Mandrake al Maresciallo Rocca passando per i grandi successi teatrali

I giovani di oggi dovrebbero capire che senza formazione e sacrificio non si potrà mai arrivare lontano e soprattutto il mondo dello spettacolo non potrà mai contare su un adeguato ricambio generazionale e corriamo seriamente il rischio di trovarci con sempre più Raffaella Fico e sempre meno Giorgio Tirabassi. Aver voluto bene a Gigi Proetti è stata tra le cose migliori che ci potesse capitare, perché a Gigi “je se voleva bene” davvero e non era solo un piacere legato all’intrattenimento. Come disse Pierfrancesco Favino, nel sonetto composto per l’ultimo saluto, “abbiamo guardato Gigi come si guardava il cielo, senza volere una risposta”. Con lui abbiamo scoperto l’immensità della parola ATTOREATTORE AMORE MIO, come il titolo di uno dei primi devastanti successi, conquistato proprio con i ragazzi del Laboratorio. Grazie a lui sappiamo che, in qualche tasca nascosta, troveremo sempre un “sorriso maggico” che ci aiuterà ad uscire fuori da una situazione imbarazzante.  Gigi Proietti è stato molto di più dei suoi successi. Gigi Proietti ci ha aiutato a credere in noi stessi e tocca a noi tutti far restare sempre vivo il suo ricordo. Con una battuta, un’imitazione, una citazione. Alle volte potrebbe bastare anche un semplice “non me rompè er ca…

Vincenzo Lombardi