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Jovanotti si traveste da Chiara Ferragni e stravolge il Festival alla vigilia della finalissima. Tante le analogie con un anno quando la famosa influencer entrò a gamba tesa nella fase decisiva della kermesse con il famoso appello social che spostò migliaia di voti verso la coppia Fedez/Michielin (che terminò al secondo posto alle spalle dei Maneskin). Lorenzo si prende la scena della serata, arriva (quasi) a sorpresa dalle parti dell’Ariston e diventa mattatore esagerato della serata delle cover andando a vincere sottobraccio con Gianni Morandi. Secondo posto per i favoritissimi alla vittoria finale, Mahmood/Blanco, chiude il podio Elisa, autentica magia di questa edizione. Tanta roba nella quarta serata del Festival di Sanremo che conduce dritto alla finalissima del sabato che ormai sembra una corsa ridotta a cinque/sei nomi. L’Ariston vive una serata con i decibel a palla grazie a tanti momenti di spettacolo che hanno portato emozioni e soprattutto tanta voglia di ottimismo.

Loredana Bertè con Achille Lauro (ph.: Backstage & Set)

Giovanni Truppi e Vinicio Caposella omaggiano gli ultimi e gli emarginati tanto cari a De Andrè. Il brigante della nostra canzone (Faber) con una delle rivelazioni del Festival e la presenza di Mauro Pagani che di De Andrè era l’estensione musicale. Convincono anche due giovani, al momento poco premiati dalla classifica, come Yuman e Matteo Romano, rispettivamente con l’eterna “My Way” di Frank Sinatra e “Your Song” di Elton John, quest’ultima che si avvale dell’elegante vocalità di Malika Ayane. Apprezzata anche l’esibizione di un figlio della nuova generazione come Sangiovanni che sposa la canzone manifesto di Pierangelo Bertoli, “A muso duro”, impreziosito dalla presenza garanzia di Fiorella Mannoia.

Ekisa ed Elena D’Amario (ph.: Backstage & Set)

Memorabile il fuoco di fila aperto dalla vera sorpresa di Sanremo, l’arrivo di Lorenzo Jovanotti, tenuto segreto fino a poche ore dalla diretta. Una presenza ruffiana e vissuta sotto il segno dell’amicizia: quella attuale con Gianni Morandi, in gara con un brano che porta la sua firma, quella storica con Amadeus che in questi anni lo ha lungo corteggiato, non negando l’amarezza per i continui rinvii di Lorenzo. Il medley – Occhi di Ragazza, Un Mondo d’Amore, Ragazzo Fortunato, Penso Positivo – è semplicemente esplosivo e pesa tantissimo sulla classifica cover. Poi ci pensa la bravissima Elena D’Amario a prendersi la scena, al fianco di Elisa, con l’immortale “Flashdance” del “Re” Giorgio Moroder. Non passa inosservata la “Sei Bellissima” che Achille Lauro disegna con la storica interprete, Loredana Bertè. Tanti post social per la presenza di Gianluca Grignani che proprio da Sanremo mosse i primi passi di una carriera che faceva presagire ben altro. Greg, ospite di Irama con la celebre “La mia storia tra le dita”, ha palesemente dimostrato di avere tanto bisogno del calore e del respiro del pubblico.

Uno scatto tratto dal momento che ha visto protagonisti Amadeus e Jovanotti (ph.: Backstage & Set)

Pubblico che partecipa con trasporto agli omaggi riservati a Milva e Pino Daniele portati sul palco attraverso le cover di Iva Zanicchi e dalla coppia Massimo Ranieri/Nek. Intensissimi i momenti che legano le esibizioni di Mahmood/Blanco e Highsnob e Hu che tracciano il solco della scuola genovese. Gino Paoli e Luigi Tenco sono ricordati con rispetto e trasporto attraverso “Il Cielo in una stanza” e “Mi sono innamorato di te”. Tra le note positive non può possono passare inosservati Dargen D’Amico con la versione futurista de “La Bambola” di Patty Pravo e La Rappresentante di Lista che insieme a Margherita Vicario, Cosmo e Ginevra realizzano un mix perfetto di “Be my baby”. Queste, a nostro modesto giudizio, le cose migliori della quarta serata che, classifica alla mano (voto congiunto stampa, televoto, demoscopica) ci ricorda, una volta di più, che a giocarsi Sanremo2022 saranno in cinque e sarà difficile vedere sorprese dell’ultima ora: Mahmood/Blanco, Elisa, Irama e Sangiovanni si avviano all’ultimo atto cullando sogni di podio. Abbiamo dimenticato Gianni Morandi: all’eterno ragazzo della nostra canzone potrebbe anche capitare di rivincere il Festival 35 anni dopo “Si può dare di più“.

Vincenzo Lombardi