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Militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Napoli e Caserta e del Gruppo
Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente di Napoli stanno dando esecuzione ad un provvedimento di
sequestro emesso dalla Sezione per l’Applicazione delle Misure di Prevenzione del Tribunale di Santa
Maria Capua Vetere, su richiesta di aggravamento della misura del controllo giudiziario avanzata
dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia – e dalla Procura
Nazionale Antimafia, nei confronti di Fontana Giovanni e Michele, imprenditori di Villa Literno (CE)
esercenti l’attività di traporto merci su strada e di gestione rifiuti.
Il provvedimento è stato adottato a seguito della revoca del controllo giudiziario di una società dei
predetti soggetti, essendo nel frattempo emersi a loro carico plurimi elementi di fatto idonei a fondare
un giudizio di pericolosità sociale e a far ritenere che il loro patrimonio si sia formato e sia stato
incrementato negli anni grazie ad attività illecite.
Alla base del sequestro di prevenzione vi è, in primo luogo, l’ordinanza di custodia cautelare in
carcere emessa nel mese di novembre u.s. dal G.I.P. del Tribunale di Napoli nei confronti di Fontana
Giovanni per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, all’esito delle indagini condotte nei
confronti dell’organizzazione del noto narcotrafficante Imperiale Raffaele.
Dall’analisi del materiale acquisito a seguito della decrittazione dei sistemi Eurochat e Sky ECC è
emerso che nel 2021 il Fontana ha messo a disposizione del sodalizio di Imperiale un deposito per
occultare 600 kg. di cocaina all’interno di due container diretti in Australia.
Nel corso degli interrogatori resi dopo l’esecuzione della misura cautelare, Imperiale ha confermato
il coinvolgimento di Fontana nella predetta operazione con l’Australia e descritto altri traffici illeciti
compiuti con la collaborazione dell’imprenditore liternese: dapprima due operazioni di trasporto dal
Brasile, tra il 2008 e il 2010, di complessivi 6.000 kg. di cocaina e, in seguito, tra il 2017 e il 2021,
una decina di trasporti dall’Olanda allorquando, avvertendo l’esigenza di dotarsi di autotrasportatori
efficienti e fidati, decise di ricontattare il Fontana tramite Ursini Daniele (anch’egli tratto in arresto
nel mese di novembre u.s.). Quest’ultimo ha confermato la circostanza nel corso dell’interrogatorio
del 13 dicembre 2022.
Per le predette attività, secondo quanto dichiarato da Imperiale, Fontana avrebbe ricevuto un
compenso di oltre 7 milioni di euro.
Al giudizio di pericolosità sociale di Fontana Giovanni hanno contribuito anche i precedenti per
rapina, furto e armi e gli apporti dichiarativi di due collaboratori di giustizia, già esponenti di spicco
delle fazioni Schiavone e Zagaria del clan dei casalesi, che lo hanno descritto come un imprenditore
colluso con il gruppo di Zagaria Michele,
Fondati indizi per formulare un giudizio di pericolosità sociale sono stati ravvisati anche nei confronti
di Fontana Michele, gravato da precedenti penali e legato al fratello Giovanni da vincoli societari che
lo hanno portato alla totale condivisione non solo delle strategie commerciali ma anche di quelle di
natura illecita, come emerso dalle verifiche sulla gestione delle aziende di trasporto e degli impianti
di trattamento rifiuti da parte dei due germani.
Le indagini patrimoniali hanno evidenziato una evidente sproporzione, nel periodo 2002-2021, tra i
redditi dei due imprenditori e dei rispettivi nuclei familiari e le relative possidenze.
Da qui il sequestro eseguito in data odierna, avente ad oggetto le quote e i compendi aziendali di 8
società, 120 immobili tra fabbricati e terreni, 6 auto/motoveicoli, nonché il blocco dei rapporti bancari
e finanziari, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro.
È d’obbligo rilevare che il provvedimento eseguito è una misura di prevenzione patrimoniale non
ancora definitiva e avverso cui i soggetti destinatari potranno far valere i mezzi di impugnazione
previsti dalla legge.

Redazione On Line