00 4 min 4 anni

di Luigi Ottobre

Caos a Castel Volturno dopo il match di Champions League contro il Salisburgo: gli azzurri si rifiutano di continuare il ritiro imposto dalla società partenopea

Doveva essere un ritiro “costruttivo”, eufemismo per camuffare in realtà una decisione punitiva. In questo senso è stata probabilmente percepita la scelta del club da parte dei giocatori partenopei, contrari fin dall’inizio per la presa di posizione assunta dopo la sconfitta contro la Roma in campionato. Sulla stessa linea d’onda anche l’allenatore azzurro Carlo Ancelotti che alla vigilia della gara col Salisburgo si era detto contrario al ritiro.

A volte ci si dimentica di come anche il calcio sia un lavoro. Ogni società è un’azienda composta da chi comanda e dai suoi dipendenti, in questo caso sono lautamente stipendiati. Quello commesso dai giocatori del Napoli è un errore, a prescindere se la decisione sul ritiro presa da De Laurentiis sia giusta o meno. In qualsiasi altro settore un dipendente sarebbe stato licenziato per giusta causa.

Tra i due litiganti – squadra e società – emerge la figura di Ancelotti: incapace di impedire al presidente azzurro di imporre il ritiro, incapace di impedire ai suoi giocatori di commettere un errore. Tuttavia i giocatori sembrano essere dalla sua parte e nella loro decisione di disobbedire a De Laurentiis si coglie la volontà di affidarsi al proprio allenatore: da qui la scelta del club di affidare al tecnico ogni decisione su eventuali ritiri ma soprattutto il compito di trovare insieme alla squadra il modo di uscire da una situazione ad oggi complicata. Perché al di là di tutto arriva il momento di scendere in campo per dare delle risposte e per evitare di trasformare ciò che oggi è ancora raggiungibile in qualcosa che domani potrebbe sfumare se non si inverte la rotta. Perché al di là delle querelle ci sono milioni di tifosi da rispettare e che di certo non meritano di assistere a questo spettacolo deprimente.

Intanto il match di ieri, pur giocato in maniera nettamente migliore rispetto al ko dell’Olimpico, non ha mostrato niente di nuovo rispetto alle gare precedenti. Manca ancora la vittoria, assente da 4 partite; non manca l’errore difensivo puntualmente punito né il solito legno colpito; non mancano gli sbagli in serie sotto porta che ormai sono diventati più puntuali di una tassa ma che fanno pensare che in fondo la vittoria sarebbe stata meritata. Eppure c’era la sensazione che il Salisburgo potesse far male in qualsiasi momento e battere una squadra di cui si percepivano tensione e nervosismo. Il Napoli squadra si è assunto una grande responsabilità e non potrà più sbagliare: ai giocatori e al tecnico il dovere di far sì che quanto sia successo possa diventare solo un lontano brutto ricordo. A loro il compito di non far dilagare la convinzione che questa possa essere un’annata già da buttare.

Luigi Ottobre