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Stamattina nella conferenza stampa a Napoli la NCO ufficializza la pesante decisione di chiudere le attività del ristorante che viene gestito su uno dei tanti beni confiscati a Casal di Principe. A seguito di atti amministrativi discutibili e discriminatori della Regione Campania in merito alla gestione del budget di salute, viene inferto un duro colpo a tante attività su cui si può fondare il riscatto culturale e produttivo del n ostro territorio attraverso l’uso sociale dei beni confiscati alla camorra. In primo luogo pagheranno un costo economico notevole i soci (soprattutto giovani) e gli operatori del settore ristorazione, a partire da quelli in cura e vittime di disagio sociale. Così le istituzioni, a partire da quelle dell’ambito sociale di Casaluce, danno un duro colpo ad una delle esperienze più avanzate a livello nazionale ed europeo, tese a costruire e realizzare progetti di riscatto civile con una nuova economia di titipo sociale e cooperativo (come già hanno sottolineato autorevoli esponenti sul fronte della legalità democratica,a  partire da Toni Mira fino a Sergio Nazzaro.

Per queste ragioni chiediamo al Forum del Terzo Settore, alle forze sociali del mondo del lavoro ed anche delle imprese di scendere in campo a sostegno di questa lotta. In primo luogo rinnoviamo il pressante appello già rivolto al Presidente della Regione Campania di intervenire per sanare la stortura normativa che penalizza e discrimina le piccole realtà. Con forza va ribadito l’appoggio a chi invece da tempo ha fondato una parte del proprio lavoro proprio sui budget di salute che, tra l’altro, in molti casi hanno rappresentato una delle poche opportunità di finanziamento. Il problema dei ritardi dei finanziamenti da parte degli ambiti territoriali è purtroppo un caso diffuso e condiviso anche per altre aree (non ultimi i fondi della 119 che pure arrivano dalla regione ma si perdono inesorabilmente nel passaggio dagli ambiti agli Enti Gestori). Su queste storture nessuno può lavarsi le mani, nemmeno il Governatore De Luca.

Su questo problema – così come sul generale depotenziamento del sistema di welfare nel nostro territorio che continua ad essere luogo di clientele e di favori piuttosto che di riconoscimento di diritti -è necessario mobilitare tutte le forze democratiche: chiediamo al Portavoce ed all’Esecutivo del FTS Casertano di convocare con urgenza una assemblea pubblica a Caserta, aperta a tutte le forze sane e produttive, ed anche alle istituzioni che gestiscono gli ambiti sociali in Terra di Lavoro. A tal fine va accolto anche l’invito a partecipare alla cena di solidarietà già promossa da NCO per martedì 7 gennaiopv, per continuare la pressione nei confronti della Regione e degli enti locali responsabili di questi danni economici e sociali.

Come ha scritto lella Palladino di Coop Eva: “In ogni caso è inaccettabile che un’esperienza come quella di NCO debba rinunciare a proseguire e non bisogna assolutamente restare in silenzio”.

Redazione