00 3 min 3 anni

MADDALONI- Stop al «metodo De Filippo». Sembra essere diventata trasversale l’avversione la «distribuzione a pioggia degli aiuti alimentari». Sul bando dello scorso aprile, quello veloce, per tutti e onnicompresivo, aleggiano le ombre delle sanzioni della Guardia di Finanza (multe da 400 euro per omessa autocerficicazione dei benefici del reddito di cittadinanza), la corse richieste e la mancata discriminazione tra i beneficiari di altre forme di sussidio.

Angelo Tenneriello

Consigliere Tenneriello avete annunciato che, sulla distribuzione degli oltre 330 mila euro, farete le barricate. In che senso?

Il solito bando che contempla procedure eccezionali, veloci e privo di selezione nei requisiti di accesso non è più ammissibile e accettabile.

Anche questa volta le domande saranno migliaia…

Appunto, dare tutto a tutti indistintamente è la massima forma di ingiustizia che si possa concepire. Questo centrodestra mascherato, che coltiva al suo interno molte nostalgie del Ventennio, non perde occasione per stigmatizzare gli errori del centrosinistra che fu. Ora, in ossequio alla solita doppia morale democristiana, persegue il medesimo principio di equità, quello che istituzionalizza la discriminazione.

In che senso?

Semplice, lo sanno tutti. I bisognosi di mestiere, gli esperti della domanda di sussidio, gli assistiti in servizio permanente effettivo presso i servizi sociali non perdono un colpo. Sono sempre in prima fila. Basti pensare che pure il bando residuo dei 40 mila euro è zeppo di domande bis fatte da parenti, congiunti, conviventi. Sono i campioni che svettano in tutte le graduatorie di aiuto.

E quindi che fare?

Non bisogna applicare il “metodo De Filippo” ovvero tutto a tutti indistintamente. Ci sono nuovi poveri che, non essendo riconosciuti e che proliferano nell’ex ceto medio e tra le categorie costrette a chiudere le piccole attività. Bisogna dare risposte a questi portatori di disagio e non solo ai soliti noti.

Quale sarebbe il metodo alternativo?

Ribaltare i criteri di distribuzione: prima le categorie a rischio e solo dopo i percettori di aiuti a reddito di cittadinanza. Il tutto da realizzare con il coinvolgimento della commissione affari sociali, quale organo di garanzia. Basta con le solite domande, analizzate dai soliti uffici sociali che danno risposte alle solite persone. Ogni riferimento a fatti, bandi e sussidi erogati in passato è puramente volontario. Adesso basta.

Redazione